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Torna il servizio militare su base volontaria: Perego (Fi) spiega come funzionerà la mini-naja

La cosiddetta mini-naja, un percorso formativo in ambito militare per i giovani tra i 18 e i 22 anni, potrebbe presto diventare legge. La proposta avanzata da Matteo Perego (Fi) è stata già approvata alla Camera: proprio il suo primo firmatario spiega in un’intervista a Fanpage.it come funzionerà questo nuovo servizio militare su base volontaria.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dalla Camera è già arrivato il primo via libera. Ora toccherà al Senato approvare la proposta di legge sulla cosiddetta mini-naja, con la quale si avvia un progetto sperimentale per realizzare percorsi formativi in ambito militare di sei mesi per i giovani tra i 18 e i 22 anni. Un percorso su base volontaria che ha lo scopo di “avvicinare i giovani alle forze armate e ai loro valori”, come spiega in un’intervista a Fanpage.it il primo firmatario della proposta, il deputato di Forza Italia Matteo Perego. Il percorso formativo prevede più passaggi, tra cui una fase all’interno delle caserme, ma anche l’e-learning e la formazione sulla cyber-sicurezza “con tanto di simulazioni nel centro di Chiavari”. L’obiettivo dichiarato è quello di “trasmettere i valori ai giovani”, per quelle che Perego definisce come le “forze armate del terzo millennio”.

La proposta di legge ha anche una “componente civica” tra i suoi obiettivi, come spiega Perego: “Il senso complessivo è l’inquadramento militare ed extra-militare, per avere un bagaglio culturale in più da spendere nella società” per i giovani che decideranno di aderire. L’idea dei deputati di Forza Italia è partita da una domanda: “Come si possono formare i giovani oltre che in famiglia e nella società?”. E per incentivare i giovani c’è anche la possibilità di conseguire crediti universitari partecipando a questo percorso. In più, altro obiettivo, è quello che i giovani che parteciperanno trasmetteranno “la dottrina e la cultura anche ad altri giovani”.

Nessun obbligo, ma un percorso su base volontaria

Non è un ritorno all’obbligatorietà della leva militare, che – ricorda ancora Perego – “è stata sospesa da Fi con la legge Martino”: “Noi crediamo nella volontarietà. La nostra è una misura sperimentale, che verrà portata avanti per due anni nel 2020 e nel 2021. Se poi verranno raggiunti tutti gli obiettivi e ci saranno dei benefici, vorrà dire che valuteremo che fare, ma non c’è l’idea di renderla obbligatoria. Vogliamo solo dare una chance in più ai nostri giovani”.

L’unico gruppo a votare contro la proposta di legge alla Camera è stato quello di Leu che ha lamentato – tra le altre cose – il fatto che il percorso è riservato ai soli cittadini italiani. Scelta dipendente dal fatto “che si tratta di forze armate ed è da sempre una prerogativa dei cittadini italiani: sarebbe stata una forzatura fare diversamente, non c’è alcun pregiudizio politico”. Ora la proposta passa al Senato e “già la prossima settimana dovrebbe arrivare in commissione: mi auguro che i tempi siano rapidi, c’è stata grande condivisione e gli elogi sono arrivati anche dalle forze armate. Credo in tempi rapidi, perché non ci sono elementi ostativi”, garantisce Perego.

Come funzionerà il percorso della mini-naja

Il percorso verrà stabilito, nello specifico, con un decreto del ministero della Difesa. Si partirà da un colloquio psico-attitudinale e motivazionale. Poi, al termine del percorso, il giovane dovrà attendere l’esito positivo che può essere poi riconosciuto in termini di crediti formativi. Il programma vero e proprio – spiega il deputato di Fi – “verrà redatto dal presidente del Centro studi della Difesa. L’iter verrà definito giorno per giorno. Un apposito studio sancirà il programma”. Compito del Parlamento è quello di “dare un indirizzo politico, poi il percorso si svilupperà tra e-learning e caserme” sulla base delle indicazioni della Difesa. Ma, sottolinea ancora Perego, una “parte fondamentale” a cui sicuramente non si potrà rinunciare è proprio quella della vita in caserma.

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