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Strage di Capaci: due ergastoli ai boss e 12 anni di carcere al pentito Gaspare Spatuzza

I boss di Cosa Nostra Giuseppe Barranca e Cristoforo Cannella sono stati condannati al carcere a vita. 30 anni di carcere per Cosimo D’Amato e 12 per il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza.
A cura di Davide Falcioni
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Si è concluso con due condanne all'ergastolo una a 12 anni e una a 30 di reclusione il processo con rito abbreviato per il nuovo filone della strage di Capaci, in cui il 23 maggio 1992 morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta – Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo. I boss di Cosa Nostra Giuseppe Barranca e Cristoforo Cannella sono stati condannati al carcere a vita, mentre il gup David Salvucci ha condannato a 30 anni di carcere Cosimo D'Amato e a 12 il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. Il giucice ha quindi parzialmente accontentato le richieste dell'accusa, che aveva richiesto tre ergastoli e 12 anni per il pentito: fu proprio Spatuzza, con le sue rivelazioni, a permettere la riapertura di un filone d'inchiesta sulla Strage di Capaci. Il giudice, inoltre, ha disposto il risarcimento danni alle parti civili.

Dopo la lettura della sentenza i sostituti procuratori, Stefano Luciani, Lia Sava e Onelio Dodero hanno commentato: "Il castello accusatorio ha retto fino alla fine. Anche se le sentenze non si commentano, siamo soddisfatti". Sergio Lari, procuratore a capo del pool che ha condotto le indagini sulle stragi di Capaci e via D'Amelio, ha ricordato che "con la strage di Capaci, nel '92, iniziò l'attacco di Cosa nostra allo Stato. In questi 22 anni – ha aggiunto Lari – abbiamo fatto grossi passi avanti. Abbiamo dimostrato durante la fase delle indagini il ruolo predominante ricoperto dai Graviano nella strage di Capaci e che fino al 2008 non era ancora emerso". La strage di Capaci "venne decisa nella riunione del dicembre del 1991, quando Cosa Nostra si riunì durante la commissione regionale per gli auguri di Natale. In quell'occasione Totò Riina sentenziò la stagione stragista". Il boss corleonese disse a Brusca: "Abbiamo tanto di quell'esplosivo che possiamo fare guerra allo Stato".

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