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Se l’intelligenza artificiale aiuta i brand di moda a riconoscere i prodotti contraffatti

Negli ultimi anni sono stati sviluppati software e applicazioni per non incappare in prodotti contraffatti: ecco come funziona l’autenticazione di borse e abiti.
A cura di Arianna Colzi
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Il dibattito sull'intelligenza artificiale è sbarcato anche nel mondo della moda. L'impiego del machine learning potrebbe avere dei risvolti positivi per i brand di moda, così come per il cliente. Come racconta un articolo della CNN, esistono già dei software o anche delle semplici applicazioni che ognuno di noi può utilizzare per evitare di comprare un capo contraffatto. Secondo le stime riportate nel pezzo dell'emittente americana, si stima che gli articoli falsi relativi alla moda e al lusso rappresentino il 60% o più all'interno del multimiliardario business delle merci taroccate.

Come l'intelligenza artificiale ci aiuta a riconoscere i falsi

Tra i molti software che sono stati sviluppati negli ultimi anni, c'è Entrupy, basata sull'intelligenza artificiale, che sostiene di poter avvisare acquirenti e rivenditori se una sneaker o una borsa firmata è sospetta attraverso le foto caricate. The Ordre Group, un'azienda tech che opera nel settore moda, invece, ha collaborato con Louis Vuitton e Burberry, tra gli altri, per rilevare l'"impronta digitale" di un articolo: si tratta di una piccola sezione dei tessuti e della struttura di un portafogli con logo. Questo speciale programma si chiama Authentique e registra ogni "impronta" che non può essere replicata ed è considerata tracciabile e sicura.

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"È facile come prendere il telefono e puntarlo su un prodotto per sapere se è falso o vero" ha affermato Simon Lock, fondatore e CEO di The Ordre Group. La tecnologia basata sull'intelligenza artificiale analizza "al microscopio" i materiali, andando a scannerizzare perfino il modo in cui le fibre sono state colorate e viene addestrata per garantire l'accuratezza anche quando un capo viene sottoposto a usura nel tempo.

Louis Vuitton
Louis Vuitton

Il programma Authentique è solo una versione del cosiddetto passaporto digitale: un "gemello" digitalizzato di un capo firmato che consente ai clienti di verificarne l'autenticità e di seguirne il ciclo di vita. In Europa, una sorta di passaporto digitale per gli indumenti e i tessuti potrebbe presto diventare legge. Negli ultimi due anni, alcuni dei maggiori operatori del settore si sono riuniti intorno a questa tecnologia per favorire le iniziative anticontraffazione e di sostenibilità. Fondata da LVMH, OTB e Prada Group (che rappresentano collettivamente marchi come Louis Vuitton, Dior, Fendi, Bulgari, Marni, Maison Margiela e Prada), l'Aura Blockchain Consortium è la più grande iniziativa per rendere ricorrente la presenza di ID nella moda e nel lusso.

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Cambiare l'etica dietro gli acquisti

Se un tempo le borse contraffatte erano vendute da venditori ambulanti in strada, oggi sono facilmente reperibili anche online con pochi clic. Solo su Reddit esistono interi gruppi dedicati alla discussione e alla ricerca di repliche e vantano centinaia di migliaia di membri. Poi ci sono gli utenti di TikTok che mostrano i dupe e gli YouTubers che caricano tutorial su come individuare le differenze tra i falsi economici e quelli di alto livello. "Un tempo nessuno avrebbe mai ammesso di aver comprato un prodotto contraffatto", ha dichiarato Sarah Davis alla CNN, fondatrice e presidente di Fashionphile.

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Le leggi, però, non bastano. "Una cosa è poter disporre di leggi che permettano di combattere le attività di contraffazione o di infrazione – ha dichiarato sempre Sarah Davis – Ma quello che non abbiamo ancora capito è la parte sociale: bisogna combattere soprattutto cambiando l'opinione pubblica". Dunque, l'intelligenza artificiale può aiutarci a riconoscere e prevenire l'acquisto di eventuali falsi, ma non può avviare l'essenziale riflessione sul perché le persone comprano prodotti contraffatti.

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