Giorgio Armani tra eleganza e desiderio di libertà: come le sue muse e i suoi abiti sono diventati iconici

È morto ieri, giovedì 4 settembre, all'età di 91 anni Giorgio Armani, circondato dai suoi famigliari e dal compagno Leo dell’Orco. Fondatore e instancabile lavoratore del marchio da lui ideato, Armani ha rivoluzionato il mondo della moda, contribuendo a creare uno stile contemporaneo e diventando pioniere nel modo di vedere e gestire il rapporto con le modelle e con le sue muse, che ha sempre messo al centro del suo lavoro, al di sopra di ogni tendenza. Amico delle donne, le ha liberate dalle costrizioni del tipico abito femminile e ha costruito nel corso dei suoi cinquant’anni di carriera legami indimenticabili con le sue muse.
Antonia dell'Atte e le muse di Giorgio Armani
La principale musa del re della moda è stata senza dubbio Antonia dell’Atte, ex top model e conduttrice televisiva originaria di Brindisi, scoperta negli anni ’80 e con la quale ha stretto un sodalizio duraturo. Tra i look più iconici pensati per lei, rimane memorabile quello da "sirena" creato in occasione della retrospettiva a lui dedicata e allestita al Museo Guggenheim di Bilbao nel 2001: un top trasparente e un pantalone coperto di paillettes, che rivelano il corpo della modella nell'outfit vedo non vedo.

Nel corso degli anni sono state tante le star che Armani ha scelto come muse o quelle che ha vestito: in primo luogo Cate Blanchett, Julia Roberts, Jodie Foster e Nicole Kidman, ma anche Sophia Loren, Claudia Cardinale, Naomi Campbell, Sharon Stone, Anne Hathway, Eva Riccobono e Michelle Hunziker.

I vestiti, i completi e gli abiti che Giorgio Armani ha pensato per le sue muse sono stati delle vere e proprie opere d'arte, come quello indossato da Cate Blanchett ai Fashion Awards nel 2019: un abito in tulle regale, impreziosito sul corpetto da vaporose rouche e da una cascata di cristalli. Blanchett è inoltre dal 2013 testimonial della fragranza di Sì e dal 2018 la prima Global Beauty Ambassador di Armani.

Tra i look più memorabili, anche quello scelto da Julia Roberts ai Golden Globe del 1990: un completo maschile oversize con giacca e pantaloni larghi, nel classico tessuto greige tipico di Armani, che coniugava semplicità e forza, codificando il concetto di power dressing femminile.

Poco dopo, agli Oscar del 1992, Jodie Foster scelse uno smoking bianco con pantaloni a sigaretta e guanti di raso, androgino e sicuramente audace, che sfidava le convenzioni e i dogmi del red carpet proponendo una femminilità elegante ma anche alternativa.

Una decina di anni dopo, nel 2007 Cate Blanchett incantò tutti agli Oscar con un abito monospalla in grigio-argento arricchito di cristalli Swarovski, un abito che esaltava la figura dell’attrice con eleganza e leggerezza.

E come dimenticare il blu magnetico indossato da Nicole Kidman alla 90ª edizione degli Oscar. L’abito stupì tutti grazie al contrasto tra la silhouette aderente e il grande fiocco centrale, voluminoso e tridimensionale. L’incontro tra modernità e romanticismo rendeva il vestito simbolo delle molte sfaccettature di una donna: forza e delicatezza, dolcezza e determinazione.

Il mondo della moda non piange solo il suo re e lo stilista pioniere, ma soprattutto un uomo che ha saputo liberare e valorizzare le donne di ogni età e provenienza. Armani ha superato la visione della sensualità femminile basata su vestiti corti e stretti, gonne scomode e pantaloni ultra-aderenti, proponendo invece blazer morbidi, pantaloni larghi e vestiti formali ma confortevoli. Ha ridefinito il concetto di sensualità, liberandolo dallo sguardo maschile, creando uno stile capace di accompagnare anche le conquiste delle donne nel mondo del lavoro. Giorgio Armani ha messo costantemente al primo posto il benessere delle donne, con l’obiettivo di creare per loro e insieme a loro.