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Stefanina, 83 anni, la detenuta più anziana d’Italia. “L’ho fatto per mantenere 8 figli”

Sarda, ai tempi era considerata una specie di capo dei capi, teneva in pugno il mercato della droga in quel di Cagliari. Ora però non riesce quasi più nemmeno a camminare, ma per i giudici deve restare ancora chiusa in carcere. La storia di Stefanina Malu, per tutti ‘nonna galera’.
A cura di Biagio Chiariello
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30 di carcere alternati a lunghi periodi di semilibertà, con annessi arresti domiciliari. La libertà vera, Stefanina Malu, 83 anni, detenuta più anziana d’Italia, non l’ha vista quasi mai. Per tutti è ormai diventata “Nonna Galera”. Una vita dedita allo spaccio della droga che la donna giustifica sostenendo di aver avuto 8 figli da mantenere. “La prima volta che mi hanno arrestato? Giuro che non me lo ricordo più” dice Stefanina a La Stampa. Tanto tempo fa era considerata una specie di boss, teneva in pugno il mercato della droga in quel di Cagliari, nella zona di Is Mirrionis per la precisione. Ma ora che ha 83 anni, non sta più così bene, sia dal punto di vista fisico, che psicologico. Non si regge in piedi e di certo non può scendere dal letto. E c’è anche la depressione a tormentarla. Eppure, secondo i giudici non è una in grado di redimersi. Il magistrato non le concede un’altra chance e così Nonna Galera resta ancora chiusa in carcere.

Stefanina assicura di non essere mai diventata ricca: "Altro che ricca, per noi la vita è sempre stata difficile. Difficilissima. Se avessi fatto tanti soldi, di certo, non avrei vissuto in una casa comunale. Polizia e carabinieri mi hanno sempre trattato come il peggior delinquente del quartiere, ma non è vero niente. Ho solo messo insieme i soldi necessari per tirar su otto figli". Stefanina guarda indietro: “La droga è una cosa brutta, lo so, anzi l’ho sempre saputo. Ma per me lo spaccio era un lavoro. L’unico lavoro, perché nel quartiere non ce n’era altro. Solo così potevamo vivere dignitosamente. Ho venduto di tutto, mai roba sporca. Non ho morti sulla coscienza. Ho fatto il lavoro sbagliato, però ho pagato per tutti. Ogni volta la polizia e i carabinieri hanno accusato me: mi sono presa tante condanne, ma non ero l’unica che vendeva droga in città”. La nonnina ancora deve scontare un anno e mezzo, ma oramai è come se avesse perso il conto delle condanne.

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