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Staminali, Vannoni non consegna il metodo: “Ministero arrogante”

C’è un ulteriore rinvio per la sperimentazione sul metodo Stamina. Il presidente della Fondazione Davide Vannoni ha rinviato la consegna del protocollo e ha parlato di divergenze sulle scelte degli esperti: “Dalle prime notizie mi pare che si stiano compiendo scelte arroganti, senza tenere conto delle nostre richieste”.
A cura di Susanna Picone
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Il primo luglio doveva partire la sperimentazione diretta dal Ministero della Salute in merito al “metodo Stamina” ma vi è stato ancora un rinvio. Il presidente di Stamina Foundation Davide Vannoni ha fatto sapere che non consegnerà il famoso protocollo il 2 luglio, la data che era stata concordata col Ministero nei giorni scorsi. Slitta così la sperimentazione che prevede l’utilizzo terapeutico di cellule staminali mesenchimali. Vannoni non ha risparmiato delle critiche al ministero di Beatrice Lorenzin: “Dalle prime notizie – ha fatto sapere – mi pare che si stiano compiendo scelte arroganti, senza tenere conto delle nostre richieste”. In particolare al presidente di Stamina non piace che tra gli esperti della commissione di Lorenzin figuri il genetista Bruno Dallapiccola “che ha parlato male di noi per più di un anno”. Vannoni ha spiegato di aver chiesto soggetti super partes affermando che questo non è dunque un buon inizio.

Vannoni e l’emergenza di Brescia – Inoltre, tra le patologie su cui si avvierà la sperimentazione figura la Sma 1 che, spiega Vannoni, avevano chiesto di non includere perché troppo complessa da valutare in 16 mesi “senza contare che la metodica ridotta, prevista per la standardizzazione, non è mai stata provata sulla Sma”. Comunque Davide Vannoni ha detto di aver già parlato con Fabrizio Oleari, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, e di essere in ogni caso disponibile a procedere con la sperimentazione. Il protocollo sarà consegnato la prossima settimana: Vannoni lo ha annunciato elencando anche una serie di richieste avanzate affinché la sperimentazione sia il più neutrale possibile. Intanto, il presidente di Stamina ha anche ricordato dell’emergenza di Brescia: “Mentre discutiamo di sperimentazione ci sono 220 persone in lista d'attesa, in gravi condizioni, a cui viene detto che la prima infusione la faranno nel 2015. Spero che il ministero non voglia fare la conta dei morti, già abbiamo perso due persone e sono fin troppe”.

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