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Guerra in Ucraina

Wimbledon riapre le porte ai tennisti russi e bielorussi, ma solo a determinate condizioni

I tennisti russi e bielorussi potranno giocare il torneo di Wimbledon 2023. Ufficiale la decisione dell’All England Club. Giocatori come Medvedev o Sabalenka dovranno però rispettare una serie di condizioni.
A cura di Marco Beltrami
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Mentre il Miami Open entra nel vivo con la fase finale, arriva un'importante novità per Wimbledon 2023. L'attesissimo Slam nonché torneo più antico della storia del tennis sarà accessibile anche ai giocatori russi e bielorussi. Questi ultimi potranno dunque tornare a giocare sull'erba più famosa del mondo, dopo l'esclusione che tanto aveva fatto discutere della scorsa edizione.

Questo significa che campioni del calibro di Medvedev, Rublev, Khachanov, Sabalenka, Kasatkina, Azarenka, potranno scendere in campo a Wimbledon dal 3 al 16 luglio 2023. L'All England Club (AELTC), ovvero gli organizzatori del prestigioso evento, hanno deciso per il dietrofront rispetto alla decisione del 2022 quando per le conseguenze della guerra in Ucraina avevano voluto dare un forte segnale contro Russia e Bielorussia, anche dal punto di vista sportivo.

Una scelta che aveva creato non poche polemiche visto che i giocatori in questione comunque hanno potuto disimpegnarsi ovunque, sotto bandiera neutrale, meno che in Inghilterra. Per questo non sono mancate dimostrazioni di sostegno da parte di colleghi e addetti ai lavori.

Nella nota ufficiale è spiegato però un particolare importante, ovvero le condizioni a cui russi e bielorussi dovranno sottostare per giocare a Wimbledon: "La nostra attuale intenzione è di accettare le iscrizioni di giocatori russi e bielorussi, a condizione che gareggino come atleti ‘neutrali' e rispettino le condizioni appropriate. Questi proibiranno le espressioni di sostegno all'invasione russa dell'Ucraina in varie forme e vieteranno l'ingresso di giocatori che ricevono finanziamenti dagli stati russi e/o bielorussi (inclusa la sponsorizzazione da società gestite o controllate dagli stati) in relazione alla loro partecipazione ai Campionati".

Una decisione a cui si è arrivati "attraverso un dialogo costruttivo con il governo del Regno Unito, l'LTA e gli organismi internazionali delle parti interessate nel tennis".

Non è stata nascosta la volontà di trovare un punto d'incontro dopo il polverone dello scorso anno: "C'è stata una reazione forte e molto deludente da parte di alcuni organi di governo del tennis alla posizione assunta da All England Club e LTA lo scorso anno con conseguenze che, se proseguite, sarebbero dannose per gli interessi di giocatori, tifosi, The Championships e British tennis. Gli eventi di tennis al di fuori del Regno Unito hanno vissuto un anno di competizione con giocatori provenienti da Russia e Bielorussia che hanno gareggiato come atleti "neutrali". Riteniamo inoltre che l'allineamento tra i Grandi Slam sia sempre più importante nell'attuale ambiente del tennis".

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Pieno sostegno comunque alla causa ucraina, come confermato da Ian Hewitt, presidente dell'All England Club: "Continuiamo a condannare totalmente l'invasione illegale della Russia e il nostro pieno sostegno resta al popolo ucraino. Questa è stata una decisione incredibilmente difficile, non presa alla leggera o senza una grande considerazione per coloro che saranno colpiti. È nostra opinione che, considerando tutti i fattori, questi siano gli accordi più appropriati per i Campionati di quest'anno. Se le circostanze dovessero cambiare sostanzialmente da qui all'inizio dei Campionati, prenderemo in considerazione e risponderemo di conseguenza".

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