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Quando il nastro decise la partita più bella delle ATP Finals: “Un finale cinematografico”

La finale del Masters 1988 è stata una partita straordinaria. Al Madison Square Garden di New York Boris Becker batté Ivan Lendl dopo 4 ore e 43 minuti di gioco.
A cura di Alessio Morra
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Per cinque anni l'Italia ospitare le ATP Finals, il torneo che disputano i migliori otto giocatori del mondo e che chiude la stagione del tennis. Dal 1970 in poi al Masters, perché prima si chiamava così, si sono disputate alcune delle partite più belle della storia di questo sport. La finale più bella di sempre delle ATP Finals è stata giocata il 5 dicembre 1988, in campo scesero Ivan Lendl e Boris Becker, che non potrà mai dimenticare il modo con cui ha vinto il Masters, una partita che ha avuto: "Un finale cinematografico".

La stagione 1988 del tennis è stata contrassegnata da due domini. Steffi Graf realizzò il Grande Slam, vinse tutti e quattro i Major, e poi vinse anche l'oro olimpico. Mentre in campo maschile ci fu un Grande Slam giallo e blu. Stefan Edberg vinse il torneo di Wimbledon, mentre Mats Wilander trionfò agli Australian Open, al Roland Garros e agli US Open, e grazie al successo a New York divenne anche il numero 1 del mondo. Ma al Masters in finale ci andarono due altri grandi tennisti di quell'epoca: Boris Becker e Ivan Lendl. Le loro sfide non erano banali. Era una sorta di guerra dei mondi. Un po' come lo sono state, ai massimi, le sfide tra Mourinho e Guardiola. La praticità contro il bel gioco.

"Bum Bum' Becker era giovane rampante, vincente, potente e spettacolare. Un classico emblema degli anni '80, capace di vincere Wimbledon da minorenne. Ivan Lendl era invece un esempio di forza, tenacia, si allenava per ore e ore, giocava sempre per vincere, ma provava anche a schiacciare i suoi avversari. Un numero 1 vero, ma era un anti-personaggio, sorrideva poco, si strappava le sopracciglia ai cambi di campo. Due opposti veri.

Le ATP Finals sono l'unico torneo della stagione in cui chi perde non esce subito dal torneo, e anzi molto spesso chi ha perso una partita nel girone è riuscito a vincere poi il torneo. In quella edizione del 1988. Becker perse con Edberg nei gironi, Lendl invece fu sorpreso da Jacob Hlasek. Becker con un doppio tie-break batte lo svizzero, mentre Lendl sempre in due set vinse la sua semifinale.

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Lunedì 5 dicembre 1988 al Madison Square Garden di New York scendono in campo Boris Becker e Ivan Lendl, la finale è al meglio dei cinque set. In Italia l'incontro è trasmesso in Tv da TeleCapodistria, al commento i mitici Rino Tommasi e Gianni Clerici. Lendl disputa la nona finale consecutiva al Masters, record ancora imbattuto, Becker invece la terza. Si conoscono bene e sono preparati al confronto di stili e soprattutto alla battaglia.

La finale è bellissima. Lendl vince il primo set 7-5, Becker si aggiudica il tie-break, poi 6-3 Lendl e 6-2 Becker. Si va al quinto set. Ci sono tutti gli elementi per una finale da ricordare e per rendere tutto immortale la finale si decide al tie-break del quinto e decisivo set. Il testa a testa continua, Becker ottiene il mini-break sul 5-5 e dunque serve per il match. La prima di servizio termina in rete, inizia poi uno scambio che dura un'ottantina di secondi, sembra non finire più, il pathos cresce, i due provano a vincere il punto, ma non vogliono sbagliare, si giocano 37 colpi, l'ultimo è un rovescio tagliato del tedesco che colpisce il nastro, la pallina si impenna e cade di colpo nella parte di campo di Lendl. La finale è finita. Ha vinto Becker.

Nello splendido film di Woody Allen ‘Matchpoint' la voce fuoricampo dice: "Chi disse “preferisco avere fortuna che talento” percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte, in una partita, la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro; con un po’ di fortuna, va oltre e allora si vince. Oppure no… e allora si perde".

Parole e musica perfette per Ivan Lendl, ma non per Boris Becker. Rino Tommasi a caldo disse: "Il nastro sembra un atto di giustizia divina. A Becker è stato restituito dalla sorte quello che gli aveva tolto. Vince in cinque set 5-7 7-6 3-6 6-2 7-6. Ha dimostrato la sua qualità di giocare bene i punti importanti", mentre l'altrettanto grande Gianni Clerici con il suo stile disse:  "Questo è un finale cinematografico, un po' alla Frank Capra", che è stato il regista de ‘La Vita è Meravigliosa'.

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