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US Open 2023 di tennis

La storia incredibile di Leylah Fernadez ed Emma Raducanu finaliste agli Us Open

Leylah Fernadez (19 anni) ed Emma Raducanu (18 anni) sono le finaliste degli Us Open. Insieme hanno riscritto i record e la storia del tennis mondiale bruciando tappe e avversarie. Non accadeva dal 1999 che a Flushing Meadows arrivassero in finale due teenager come accadde allora con Serena Williams e Martina Hingis.
A cura di Maurizio De Santis
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Leylah Fernadez, 19 anni. Emma Raducanu, 18 anni. Trentasette anni in due, meno di Serena Williams (39) che – ironia della sorte – nel 1999 era giovanissima quando affrontò e vinse la finale degli Us Open contro un'altra teenager del tennis mondiale, la 19enne Martina Hingis. Vent'anni dopo il copione si ripete con due delle più forti tenniste che hanno bruciato le tappe, macinato record, dato forma ai sogni fino a giocarsi il primo Major della loro carriera, il titolo di una delle tappe più prestigiose dello Slam. Leyla ed Emma come Steffi Graf (19) e Gabriela Sabatini (18) nel 1988 o Hingis (16) e Venus Williams (17) nel 1997: è il talento scolpito dalla storia.

"Come Steve Nash", l'idolo di Fernandez nel nome del padre

"Come ho fatto? Non ne ho idea", dice Leyla che fino a un'ora e mezza prima dell'altra gara era la più giovane finalista del torneo americano dai tempi di Maria Sharapova che arrivò alla sfida per il trofeo a 17 anni (2004). Aryna Sabalenka (numero 2 del seeding) le ha ceduto il passo in 3 set (7-6, 4-6, 6-4), lasciandola in ginocchio e in lacrime per la gioia. Tutto vero, non è una storia da pizzicotto sulla guancia.

E dinanzi ai microfoni ha ricordato come suo padre le abbia sempre raccomandato di "lavorare sodo come Steve Nash" (oggi coach dei Brooklyn Nets ed ex campione della NBA) e come Juan Martin Del Potro (tennis argentina) sia il suo particolare amuleto, la persona alla quale s'è ispirata e che ha ringraziato in una story su Instagram.

Dalle qualificazioni alla finale, il record di Raducanu

"Ancora non ci credo", sorride incredula Emma che è partita dalle qualificazioni e ha mulinato la racchetta spazzando via tutte le avversarie che s'è trovata di fronte: nel main draw s'è lasciata sfuggire appena 27 game al netto di 9 incontri e 18 set vinti consecutivamente, dalle qualificazioni fino alla sfida contro Sakkari alla quale ha lasciato le briciole (6-1, 6-4). L'unica in grado di resistere allo strapotere della britannica è stata Mariam Bolkvadze (167 nel Ranking femminile WTA) che contro di lei è riuscita a portare un set fino al 7-5.

A luglio affrontò gli ottavi di Wimbledon da numero 338 al mondo, alla semifinale degli Us Open è arrivata da numero 150 nella classifica internazionale e nella prossima settimana irromperà nella Top 50 lasciando il segno come Pam Shriver (1978), Venus Williams (1997) e Bianca Andreescu (2019) tutte finaliste nel torneo statunitense al primo colpo.

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