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Djokovic vede Sinner faticare a Wimbledon e svela cosa gli direbbe se fosse il suo allenatore

Novak Djokovic è stato stuzzicato durante la partita tra Sinner e Dimitrov sulle difficoltà di Jannik, e ha spiegato i potenziali consigli che avrebbe dato se fosse stato nel suo angolo.
A cura di Marco Beltrami
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Novak Djokovic conosce molto bene Jannik Sinner, con il quale recentemente c'è stato un bello scambio di complimenti. Il campione serbo ha visto di fatto crescere l'azzurro, al quale ha dato attraverso coach Cahill anche consigli su come migliorare. A proposito di consigli, cosa avrebbe detto Nole all'attuale numero uno al mondo durante la sua partita contro Dimitrov, in cui prima del ritiro del bulgaro è apparso in difficoltà. Come si sarebbe comportato se fosse stato il suo coach.

Djokovic e i consigli a Sinner durante la partita con Dimitrov

Djokovic intervenuto negli studi dei Championship ha spiegato di aver visto analogie tra la sfida tra Sinner e Dimitrov e la sua contro de Minaur, almeno nella parte iniziale. Proprio per questo con Jannik sotto di un set e di un break, il sette volte vincitore di Wimbledon, ha spiegato: "Beh, penso che una cosa molto importante per Sinner sia cercare di trovare stabilità. Credo di aver iniziato molto male una mia giornata, e penso che ora stia succedendo qualcosa di simile a lui".

E lo sfortunato Dimitrov, uno che gioca un gran tennis, ha trovato terreno fertile mettendo in difficoltà l'avversario: "Grigor e De Minaur sono quel tipo di giocatori che amano giocare velocemente, togliere tempo all’avversario, e riescono a farti sentire molto a disagio fin dall’inizio, se stanno colpendo bene la palla e sembra proprio essere questo il caso anche per Grigor".

La risalita di Jannik doveva partire dalla testa secondo Nole a Wimbledon

La risalita sarebbe dovuta partire dalla testa, con il solito "click" mentale secondo Djokovic: "Uno dei suoi punti di forza più grandi è la sua mentalità in campo ed è sempre molto concentrato. Credo che debba gestire i nervi e semplicemente cercare di entrare in partita, resettare. Questa è una delle cose da fare".

Tra i dire e il fare però c'era di mezzo un Dimitrov versione deluxe. Jannik sotto di due parziali si sarebbe dovuto far provare pronto su ogni piccola chance: "Dipende solo da lui? Probabilmente no, perché se Dimitrov non cala". Djokovic però non vuole sostituirsi ai coach di Sinner e in particolare all'esperto Cahill, uno che di campioni se ne intende: "Dal punto di vista del gioco, beh, Darren Cahill è nel suo angolo, e non ho certo bisogno di dire io a Darren come allenare il suo giocatore. Intendo, è lì perché è un numero uno, ha vinto Slam con diversi giocatori, non solo con Jannik, Darren ha lavorato con Agassi, con tanti altri, quindi… sono sicuro che lui sappia, e anche Jannik sa dentro di sé cosa deve fare, penso, per provare a cambiare l’inerzia".

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