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Australian Open

Djokovic mette a posto Shelton scomodando una vecchia storia: “A Federer non piacevo”

Novak Djokovic dopo aver raggiunto gli ottavi degli Australian Open ha parlato dei suoi esordi nel tennis in un paragone con Shelton, tirando in ballo Federer.
A cura di Marco Beltrami
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Nole Djokovic agli ottavi degli Australian Open non affronterà Ben Shelton. A sorpresa il tennista americano è stato eliminato da un super Mannarino e non potrà esserci dunque la tanto attesa resa dei conti con il numero uno al mondo.

Tra i due si sono create delle "storie tese" dopo il caso dell'esultanza di Shelton con il telefono, copiata da Nole dopo la vittoria nello scontro diretto per quella che poi ha definito come una reazione ad una mancanza di rispetto. Djokovic è tornato a parlarne dopo la vittoria su Etcheverry e ha tirato in ballo anche Federer per dare una lezione allo statunitense.

Il giocatore serbo è infatti tornato indietro nel tempo ricordando i suoi esordi sul palcoscenico tennistico. Anche lui nei primi anni di carriera ha dimostrato un temperamento e un carattere molto forte. C'era qualcuno che non gradiva i suoi atteggiamenti? Ecco che Djokovic ha fatto riferimento a Roger Federer: "Giocatori più vecchi che mi hanno criticato? So che sicuramente a Federer non piaceva il modo in cui mi comportavo ad inizio carriera. Penso che la cosa non gli sia piaciuta molto. Non so degli altri". 

Ma in particolare cosa non risultava gradito all'elvetico? A detta di Nole la sua sfrontatezza: "Immagino di non essere il tipo di ragazzo preferito da alcuni dei migliori perché non avevo paura di dire che volevo essere il miglior giocatore del mondo. Ero un po'…  fiducioso. Mi sentivo come se avessi il gioco per sostenerlo. Non mi è mai mancato il rispetto però".

Rispetto che Djokovic comunque mette davanti a tutti, sempre e comunque: "Ogni volta che inizio una partita, saluto sempre l'avversario. Il rispetto è qualcosa che mi è stato insegnato che deve essere presente indipendentemente da ciò che sta accadendo. Ovviamente in campo possono succedere molte cose nel vivo di una battaglia. È passato molto tempo ormai, 20 anni, da quando ho fatto il mio primo debutto nel tour professionistico. È davvero difficile dire a chi piacevo di più o di meno. Penso di averne nominato uno, quindi non lo so. Non riesco a ricordarne altri".

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Djokovic ha dichiarato di essersi sempre scusato quando ha capito di aver commesso degli errori, e di essere andato avanti per la sua strada quando pensava di essere nel giusto. Tornando poi sul caso di Shelton, Novak non è infastidito dalla sua ambizione e sicurezza: "Questo non mi dispiace affatto. Penso sia grandioso. Devi crederci. Sono assolutamente d'accordo. Sostengo al 100% un giovane giocatore che entra in campo, come ha fatto Prizmic l'altra sera contro di me, e Shelton crede nelle sue capacità di poter sfidare i migliori giocatori del mondo".

Però a suo dire né l'americano né altri devono esagerare: "C'è ovviamente una sorta di linea, linea non visibile, di comportamento accettabile, immagino, nei confronti dell'altro giocatore. Se un giocatore oltrepassa quella linea, ovviamente inizia a diventare fastidioso. È allora che reagisci o non reagisci, qualunque cosa. Dipende e basta. Ma io sono favorevole ai giovani giocatori che mostrano fiducia e parlano, sempre con rispetto, verso i ragazzi più anziani che sono nel circuito, ma che abbiano fiducia in se stessi e nel loro tennis”.

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