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Il caso delle linee “invisibili” sulla griglia di partenza della F1: “I piloti non sanno dove fermarsi”

Le penalità inflitte a Ocon e Alonso (quest’ultimo poi graziato) a Sakhir e a Jeddah hanno sollevato il caso del posizionamento errato in griglia dei piloti. “La nostra linea di visuale è compromessa”, e il regolamento non aiuta a trovare una soluzione.
A cura di Maurizio De Santis
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Fernando Alonso (a destra) è stato penalizzato in Arabia Saudita (e poi graziato) per il posizionamento imperfetto della monoposto in griglia.
Fernando Alonso (a destra) è stato penalizzato in Arabia Saudita (e poi graziato) per il posizionamento imperfetto della monoposto in griglia.

Due penalità inflitte in altrettanti Gran Premi del Mondiale di Formula 1 per un errato posizionamento entro i margini riservati alle vetture sulla griglia di partenza. A Sakhir (in Bahrain) come a Jeddah (in Arabia Saudita) a pagare per sono stati Esteban Ocon (Alpine) e Fernando Alonso (Aston Martin) gravati da una sanzione di 5 secondi (ma l'asturiano, ex ferrarista, è stato graziato dopo il ricorso della scuderia) per essersi allineati in maniera imperfetta finendo un po' al di là delle marcature sull'asfalto e senza trarre vantaggi al momento della partenza.

Il regolamento della FIA non ammette deroghe né eccezioni, a giudicare anche dall'intransigenza con la quale viene applicato senza tener conto di un'attenuante in particolare: la visibilità ridotta dei piloti che dall'interno dell'abitacolo della monoposto difficilmente riescono a essere così precisi nel parcheggiare le macchine rispettando le linee tracciate sulla pista per incanalarsi al semaforo in base al piazzamento nelle qualifiche.

Una panoramica dall'alto della partenza del Gran Premio dell'Arabia Saudita.
Una panoramica dall'alto della partenza del Gran Premio dell'Arabia Saudita.

Il problema vero si pone per i margini laterali, quelli disegnati in bianco: secondo la testimonianza diretta dei piloti è quasi impossibile riuscire a vederli rispetto alle righe di colore giallo oltre le quali il muso delle auto non dovrebbe spingersi. Da cosa nasce questa difficoltà? A spiegarlo è stato George Russell della Mercedes, presidente del sindacato dei piloti (Grand Prix Drivers' Association), che ha esposto quanto sia compromessa la linea di visuale dalle ruote e dagli pneumatici.

"Siamo seduti così in basso che dalla nostra prospettiva riusciamo a vedere solo pochi centimetri delle gomme anteriori e non l'asfalto. Io stesso ho difficoltà a individuare le linee gialle, con quelle bianche laterali è anche peggio…", per questa ragione ha invocato da parte dei commissari di gara maggiore "buon senso" e altrettanta tolleranza nella valutazione delle situazioni.

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Il campione del mondo, Max Verstappen, non ha avuto problemi d'allineamento finora ma ha preso posizione in favore dei colleghi che sono incappati nelle sanzioni confermando le ragioni di "scarsa visibilità" provocate dalla struttura delle monoposto moderne. A rendere le cose più complicate è anche che non esiste un regolamento che impone la dimensione dei margini della griglia riservati al posizionamento dei piloti che hanno come punto di riferimento la linea gialla che si estende al di fuori del riquadro così da essere notata dal conducente.

"Credo che questo nuovo regolamento che stabilisce dove deve fermarsi la macchina sulla griglia di partenza sia un po' draconiano – ha ammesso il direttore sportivo di Alpine, Alan Permane -. Nessuno trae vantaggio dall'avere 10 centimetri in più da un lato o dall'altro. E nel tracciamento non sembra che ci sia un regolamento in merito".

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