L’effetto di una tappa del Tour sui ciclisti: stremati all’arrivo tra sbandate, mancamenti e crolli

Concludere una tappa del Tour de France, che sia in pianura, una cronometro o tra Pirenei e Alpi, è sempre un'impresa. Doverne affrontare 21 in tre settimane si trasforma in qualcosa di titanico e se nelle prime tutti i ciclisti riescono a gestire gli sforzi, è con il passare dei giorni che la situazione si fa di giorno in giorno sempre più difficile. Arrivando a momenti limite, come si è visto in occasione della cronoscalata di Peyragudes, dove subito dopo il traguardo molti hanno sbandato rischiando di cadere mentre altri sono crollati stremati a terra per diversi minuti, in scene che hanno evidenziato l'immane fatica che devono affrontare.
Scene preoccupanti dopo l'arrivo della cronoscalata di Peyragudes
La cronoscalata di Peyragudes ne è stata il perfetto emblema: solo 11 chilometri ma percorsi costantemente in salita, senza mai poter tirare il fiato. A tal punto che per non arrivare "fuori tempo massimo", per molti non specialisti lo sforzo è stato al limite delle proprie capacità. Colpa delle temperature afose che ne hanno tagliato fiato e gambe, ma anche al ritmo impartito dal primo della classe, Pogacar, che ha costretto tutti a pedalare al massimo per non rischiare la clamorosa eliminazione. Una situazione talmente difficile che ha spinto l'organizzazione del Tour ad intervenire direttamente sulla linea del traguardo dove è stato posto un addetto che aveva il compito di intervenire per evitare cadute improvvise e incidenti.
Anche Pogacar distrutto dalla fatica: non riesce a parlare
Anche lo stesso Tadej Pogacar non ha mostrato la sua classica freschezza e lucidità di altre occasioni e dopo aver chiuso 11km in 23 minuti, si è mostrato evidentemente in difficoltà nel riprendersi. In silenzio, ansimante, senza la forza di poter nemmeno parlare, ha rimandato qualsiasi esultanza, sorriso o parola più tardi restando a lungo fermo seduto in sella consumandosi addosso una bottiglietta d'acqua gelata.
Harry Sweeny a terra, non riesce a recuperare le forze
Ma le immagini del campione sloveno in evidente difficoltà post traguardo non sono state le uniche che hanno caratterizzato la tappa, visto che per altri le scene viste sono state ben più preoccupanti e che hanno mostrato ciclisti senza lucidità, sbandare pericolosamente e altri stremati a terra per lunghissimi minuti senza riuscire ad alzarsi se non venendo sorretti. Quasi nessuno ne è stato risparmiato. Tra i più colpiti il 27enne ciclista australiano Harry Sweeny, della team EF Education-EasyPost: è stato aiutato a restare in bici per poi crollare a terra, letteralmente esausto.
La crisi di Lenny Martinez: sbanda pericolosamente al traguardo
Stessa scena devastante per Lenny Martinez, francese e idolo di casa che indossava la maglia a pois da leader degli scalatori. Non l'ultimo arrivato in merito agli arrivi in salita ma comunque oltre il limite. Il corridore del Team Bahrain Victorious è rimasto a lungo seduto a terra cercando di recuperare le forze, dopo che al traguardo ha barcollato pericolosamente a più riprese, rischiando di cadere a terra. Evitando il tutto solamente grazie al pronto intervento di un addetto dell'organizzazione.