Evenepoel in lacrime: “Perso un Mondiale per problemi alla bici”. Il meccanico, suo cugino, lo inchioda

Il Mondiale di ciclismo che si è consumato nel circuito di Kigali in Ruanda, per una straordinaria prima volta africana dell'appuntamento più importante nel calendario UCI, ha visto il susseguirsi di emozionanti momenti fino al contrasto conclusivo tra la gioia di un vincente Tadej Pogacar e dello sconfitto di turno, Remco Evenepoel. Il primo raggiante per il suo secondo titolo in linea consecutivo, il secondo in lacrime per aver perso l'occasione d'oro per colpa di problemi tecnici che lo hanno costretto a cambiare due volte la bicicletta: "Hanno determinato la sconfitta", ha sottolineato in lacrime, nel post gara. Ma il meccanico, e suo cugino, lo ha inchiodato alle proprie responsabilità: "Non c'era nulla, ha perso tempo inutilmente, per semplice frustrazione".
Pogacar vola a Kigali: Evenepoel, secondo, si arrende ai problemi meccanici delle bici
Un Mondiale che è entrato di diritto nella storia del ciclismo per essere tra i più difficili di sempre, di sicuro il più duro del 21° secolo. E che ha visto il trionfo debordante del solito Pogacar che a 104 km dall'arrivo ha lasciato la compagnia per involarsi in solitaria verso il titolo iridato, da campione incontrastato. Nessuno è riuscito a stargli dietro, nemmeno il "nemico numero uno", Remco Evenepoel che si presentava alla partenza forte dell'umiliazione rifilata allo sloveno in cronometro, dove l'ha doppiato. Per il belga, una gara in linea "maledetta" che ha contrastato davanti ad una forma fisica impressionante: per due volte a piedi, per due volte autore di una incredibile rimonta che gli è valsa però solo l'argento.
Cos'è successo al Mondiale, Evenepoel fora e rompe la sella: "Colpa di una buca"
Il primo problema evidente che ha condizionato Evenepoel è arrivato ai piedi del Monte Kigali, uno dei momenti decisivi della corsa: foratura e sellino semi divelto. Il tutto a causa di una buca che ha mandato in tilt la bici dorata da campione iridato a cronometro, come lo stesso belga ha raccontato: "Ho dovuto cambiare la bici perché ho forato e la mia sella è scesa. Ho dovuto pedalare in un'altra posizione e mi sono venuti i crampi. Ho provato a resistere fino in cima, sapevo che nella feed zona potevo cambiare bici per continuare a lottare". Un episodio confermato anche dal meccanico Dario Kloeck, che è anche cugino di Remco: "La sella della sua prima bici si è rotta dopo essere finito in una buca poco prima del Monte Kigali. Remco ha corso a lungo con una bici rotta, con la sella che era scesa di due centimetri. Il morsetto si è rotto e la sella si è inclinata verso il basso. Non c'era niente da fare".

Evenepoel a piedi, impreca e scalcia: "Non potevo più proseguire così"
Ma ciò che ha definitivamente tolto dai giochi per la vittoria il belga è stato il secondo cambio di bicicletta, avvenuto nel giro successivo del circuito, quando Evenepoel ha richiamato di nuovo l'ammiraglia e si è fermato per un nuovo cambio di bici: "Dopo un solo giro con la mia terza bicicletta mi sono ritrovato con violenti dolori alla schiena, non potevo proseguire così. Questo è uno sport meccanico, e ogni cosa deve essere perfetta". Un momento ripreso in diretta dalle TV di tutto il mondo: Remco che sai ferma, scende dalla bici, impreca e scalcia fino all'arrivo del cambio, perdendo quasi un minuto e mezzo che poi risulterà decisivo.
La smentita del cugino meccanico: "Ha perso tempo per frustrazione, la bici era a posto"
Ma quella scelta non è stata dettata da un nuovo problema tecnico, bensì da altri fattori, come ha poi spiegato ancora Kloeck: "Non c'era niente che non andasse nella seconda bicicletta di Remco, abbiamo misurato tre volte la sua bici. La sella era alla stessa altezza dell'altra sua bici. Scopriremo esattamente cosa non andava più tardi, ma credo che sia stata principalmente frustrazione. Ha perso molto tempo inutilmente".