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Chi era Samuele Privitera, morto in gara a 19 anni: “Pronto a prendere schiaffi per il ciclismo”

Samuele Privitera è morto tragicamente sbattendo il capo durante la prima tappa del Giro della Valle d’Aosta 2025. A nulla sono valsi i soccorsi a salvare la sua vita strappata a soli 19 anni all’amore dei suoi cari, alla vita e al ciclismo. Cui aveva dedicato tutto e dove stava riuscendo ad emergere, correndo per il Team Devo del Colosso australiano Jayco AlUla, fucina di campioni sotto la sapiente guida di Axel Merckx.
A cura di Alessio Pediglieri
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Classe 2005, nato a Soldano in Liguria, paesino nell’entroterra a pochi chilometri da Bordighera, dov'era cresciuto con la squadra di ciclismo locale, per poi trasferirsi a Bergamo per coltivare il suo sogno più grande: puntare al salto dai dilettanti al professionismo. Questo era Samuele Privitera, una ragazzo di diciannove anni come tanti altri che aveva fatto della bicicletta la sua passione, con l'obiettivo di trasformarla in una professione. Tutto infranto, in un pomeriggio di luglio quando nel corso della prima tappa del Giro della Valle d'Aosta il destino lo ha tradito, facendogli sbattere il capo fatalmente dopo aver perso il casco su una ringhiera di ferro, trasformando i sogni in un incubo a occhi aperti.

Samuele Privitera: dalla Ciclistica Bordighera, al Team Devo di Merckx

Salito in bici a sette anni sulle orme di nonno e papà non è più sceso di sella, affrontando tutta la trafila che un giovane deve fare se vuole diventare un futuro, serio professionista. Senza scorciatoie: dapprima nella Ciclistica Bordighera, poi diventa un giovane corridore tra gli juniores con i colori del Team F.lli Giorgi, infine tra gli Under 23 con la Hagens Berman Axeon, un serbatoio incredibile di giovani in cui si sono formati professionisti di gran talento e che oggi raccontano pagine del ciclismo professionistico. Come Philipsen, Almeida, Powless, Geoghegan Hart, Narvaez, Shmidt. Solo per citarne alcuni, tutti sotto gli occhi e la direzione sapiente di chi del ciclismo mastica da sempre e nel modo migliore, Axel Merckx, figlio del mitico Eddie.

La giovane carriera di Privitera all'estero, da Axel Merckx: "Non per soldi, ma per crescere"

Privitera non stava bruciando le tappe, le stava solamente seguendo come fa chi è determinato nel raggiungere i propri obiettivi. Il fatto di essere entrato nel Team di Merckx, rappresentando una novità assoluta nel movimento italiano, insieme al suo coetaneo e amico Mattia Sambinello, interessava poco o nulla a Samuele: "L'ho scelto perché non c'era pressione, nessuna aspettativa ma una visione e un approccio con i giovani, scientifico, professionale" disse, raccontando la scelta di firmare per il Team Devo del potente World Team australiano Jayco AlUla. "Quando ho firmato per la squadra di Merckx" raccontò una volta a Alvento.cc, "non pensavo nemmeno di prendere una lira. Io sono voluto andare all’estero perché i numeri parlano chiaro. E per numeri parlo di risultati, crescita". 

La passione e l’applicazione, dopotutto, erano nell'indole e nello spirito che animava Samuele Privitera quando pensava alla bicicletta, ma anche per la vita in generale, senza rimpianti: "Insisti in quello che fai se ritieni in quel momento sia giusto farlo. Persevera: se ritieni che la strada che stai prendendo sia corretta devi essere quasi ossessionato in quello che fai. Farlo bene tutti i giorni, e prima poi qualcosa arriva: prima o poi tutto torna".

Samuele Privitera, lo scalatore "che si mette a disposizione di squadra e compagni"

Un "credo" che Privitera era riuscito a trasmettere sui pedali: si era preso il quinto posto al Giro della Lunigiana nel 2022, era arrivato quarto al Campionato italiano di categoria e terzo al Buffoni nel 2023. Fino a quel salto di qualità del 2024 dove aveva capito "che la filosofia è quella giusta, mi rispecchia per come ragionano, per come lavorano. La scelta ottimale per un tipo come me" disse sempre riferito all'ingaggio da Merckx. Che ne intuì le qualità, umane e professionali che lo stesso Privitera sottolineò, nel definirsi uno "scalatore, resistente, con tanta durability, dotato di un buon motore". Perfettamente incentrato sul presente, senza fronzoli, con la consapevolezza di chi sa che la strada sarebbe stata ancora lunga. "Mentalmente mi manca ancora quella cattiveria per vincere, però sono uno che si mette molto a disposizione della squadra e dei compagni"

La determinazione di Privitera: "Voglio fare il ciclista, l'unico modo vero è prendere schiaffi su schiaffi"

Con lo stesso spirito si era presentato anche al Giro della Valle d'Aosta 2025, ovviamente con i colori della Jayco, conclusosi nel modo più tragico possibile, con quello schianto fatale nella prima tappa che lo ha tolto a soli 19 anni per sempre all'amore dei suoi cari, alla vita, al ciclismo. Che sapeva anche criticare, con il piglio di chi per troppo amore non riesce a nascondere ciò che pensa: "Uno dei motivi che mi ha spinto ad andare all’estero è la voglia che ho di imparare a fare il corridore, intendo il corridore vero" disse ancora per spiegare la sua scelta verso il Team di Merckx. "Voglio fare la vita da atleta e per me l’unico modo per farlo è prendere schiaffi a livello sportivo, fare gare di qualità con gente che ha più motore di me, che in salita mi apra in faccia in modo che io capisca che ho ancora tanto da lavorare".

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