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Alla Tirreno-Adriatico il casco da crono più estremo mai ideato: “Ora fermate il ciclismo”

In occasione della tappa a cronometro della Tirreno-Adriatico il Team Visma ha dotato i ciclisti di elmetti dal design innovativo. L’obiettivo è assicurare anche un migliore e un maggiore campo visivo, ma non piacciono a tutti: “Salvate il nostro sport”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il design dei nuovi caschi indossati dai ciclisti del Team Visma ha sorpreso tutti in occasione della prima tappa della Tirreno-Adriatico. Impossibile non notare quegli elmetti dalla forma particolare, innovativa, funzionale abbastanza da garantire maggiore aerodinamica e sicurezza ai corridori: un po' ha fatto storcere il muso e un po' ha alimentato l'ironia di chi lo ha paragonato al copricapo di Dart Fener in Guerre Stellari.

L'obiettivo è accentuare l'effetto scivolamento del vento intorno alla testa, soprattutto quando la persona sui pedali ha il capo chino sul manubrio e le braccia serrate durante la pedalata. È stato definito effetto scudo anche in virtù della parte posteriore della calotta che degrada sulle spalle del ciclista.

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C'è ancora una particolarità: assicurare anche un migliore e maggiore campo visivo a chi lo indossa in virtù di una visiera più ampia. Fattore quest'ultimo ritenuto fondamentale per la sicurezza dei concorrenti nelle prove a cronometro: anche con la testa abbassata, infatti, per incentivare gli effetti aerodinamici possono beneficiare di una prospettiva più libera.

Jonas Vingegaard, Cian Uijtdebroeks e Ben Tulett hanno inforcato i pedali nella cronometro individuale della prima tappa e sembravano a loro agio nonostante quel casco molto diverso rispetto a quelli in dotazione finora. "Dall'aspetto si può già notare che è un modo completamente nuovo di pensare a un casco aerodinamico – ha ammesso Paul Maertens, responsabile dell'abbigliamento tecnico di Visma-Lease A Bike -. Crediamo che una soluzione del genere possa essere di grande giovamento ai ciclisti".

Non tutti, però, la pensano allo stesso modo. Quel casco leggero sì ma anche abbastanza voluminoso a molti non è piaciuto. Sam Welsford, velocista della Bora-Hansgrohe, ha condiviso sui social un messaggio molto eloquente per esprimere dissenso: "Ho smesso", ha scritto a corredo di un'immagine di quel modello TT senza precedenti. "Non dirò che i caschi TT siano brutti. Dico solo che è un buon momento per smettere di andare in bicicletta", ha aggiunto Thomas De Gendt.

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Il giudizio di Daniel Lloyd, ex ciclista professionista su strada e adesso commentatore tv, è stato ancora più severo: "Cara Uci, non avrei mai pensato di dirlo, ma voglio che tu vieti qualcosa… E magari assumere un direttore estetico per salvare il nostro sport". Se il Team Visma ha lanciato la nuova serie di copricapi, alla Tirreno-Adriatico c'è stata anche un'altra squadra che s'è presentata con una versione più moderna di elmetti: i Rudy Project, per quanto spicchino per il loro design, hanno una forma meno appariscente.

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