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Guerra in Ucraina

Voronin lascia la Dinamo Mosca, vuole aiutare l’Ucraina: “Se fossi lì avrei una pistola in mano”

Andriy Voronin ha deciso di lasciare l’incarico da vice allenatore della Dinamo Mosca. L’ex giocatore della nazionale ucraina ha spiegato: “Non posso più lavorare nel Paese che sta bombardando la mia patria”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La guerra in Ucraina sta radunando tantissimi sportivi che giorno dopo giorno stanno decidendo di unirsi spontaneamente all'esercito pur di difendere il proprio Paese dall'invasione militare russa iniziata lo scorso giovedì 24 febbraio. Sono tanti i messaggi di calciatori, allenatori e tennisti pronti a tutti per mettere fine a questo conflitto. Nelle ultime ore la Dinamo Mosca, club della capitale russa, ha comunicato di aver rescisso consensualmente il contratto con il vice-allenatore Andriy Voronin.

Non erano ancora chiari i motivi di questa separazione fino a quando l'ex giocatore di Liverpool e Bayer Leverkusen non ha rivelato i dettagli della sua decisione in un'intervista alla Bild. Dal 2010 al 2014 tra le fila del club russo prima di appendere le scarpette al chiodo, Voronin, di nazionalità ucraina, non ha voluto sentire ragioni dopo quanto accaduto nel suo Paese: "Quando ho visto tutte le foto della mia terra e ho sentito quelle notizie, mi è sembrato tutto irreale come un film – ha detto – Ma un film dell'orrore e non ho quasi più parole".

Voronin però sottolinea: "Ho messaggi da tutto il mondo di ex compagni di squadra, di altri atleti – aggiunge – Anche dai russi che mi scrivono: ‘Siamo spiacenti. Non siamo noi'”. Ma è troppo il dolore per ciò a cui sta assistendo e così ha fatto sapere di aver maturato subito la decisione di lasciare la Dinamo Mosca: "Non posso più lavorare nel Paese che sta bombardando la mia patria – ha detto – Continueremo a combattere. E vinceremo. Ma il prezzo è così alto. Tutti i morti… Viviamo nell'anno 2022 e non nella seconda guerra mondiale…".

A questo punto Voronin si rivolge direttamente a Vladimir Putin: "A lui non importa delle persone – dice ancora – Non danneggia solo noi, ma anche il popolo russo". Poi si sfoga nella parte finale dell'intervista usando parole fortissime: "Ricevo messaggi ogni cinque minuti, è difficile da sopportare – dice in conclusione – Voglio solo aiutare l'Ucraina con i soldi, con qualunque cosa… E non so se dovrei dirlo: ma se fossi in Ucraina in questo momento, probabilmente avrei anche una pistola in mano".

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