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Guerra in Ucraina

Tymoshchuk ripudiato dall’Ucraina, cancellata ogni traccia in poche ore: “Collabora con la Russia”

Anatoliy Tymoshchuk, leggenda del calcio ucraino, è oggetto di un provvedimento durissimo da parte della Federcalcio: gli vengono strappati licenze e titoli perché “lavora in silenzio con l’invasore”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La guerra in Ucraina scoppiata dopo l'invasione della Russia lo scorso 24 febbraio, continua ad avere conseguenze anche nel mondo del calcio. Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere la vicenda legata al 42enne Anatoliy Tymoshchuk, ex capitano che ha giocato 144 volte per l'Ucraina, che oggi è stato ufficialmente bandito a vita dal calcio nazionale. Lo ha annunciato la federazione appena 48 ore dopo la richiesta del Comitato etico e di fair play in merito alla segnalazione sull'ex giocatore che oggi lavora come vice allenatore dei russi dello Zenit San Pietroburgo. Il motivo di questa presa di posizione è da ricondurre al fatto che Tymoshchuk, dall'inizio della guerra, non abbia mai rilasciato dichiarazioni sparendo completamente dalle scene pubbliche.

Un duro colpo per il popolo ucraino e per coloro i quali si aspettavano almeno una parola da parte del giocatore più rappresentativo del Paese dopo Shevchenko. Ma soprattutto, Tymoshchuk non ha mai lasciato lo Zenit come invece hanno fatto altri dirigenti, allenatori e giocatori ucraini che lavorano in club russi. Una scelta che in tanti non si spiegano, soprattutto i diversi ex calciatori e compagni di Nazionale che lo hanno anche accusato duramente in pubblico: "Dove sei? Hai tirato fuori la lingua dal c**o, o stai leccando il c**o a qualcuno? Sei il nostro patriota ucrainoha dichiarato duramente Oleksander Aliyev Ti sei dipinto delle bandiere sulle guance per metterti in mostra?". La sua posizione ha dunque indignato tutta l'Ucraina e la decisione della Federazione di oggi è stata durissima.

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Il Comitato di controllo e disciplinare della Federcalcio ucraina ha infatti deciso di privare Tymoschuk della licenza di allenatore di livello Pro rilasciata dall’UAF Licensing Center, incaricare l’amministrazione UAF di richiedere alle autorità pubbliche di privarlo di tutti i premi statali e titoli onorifici. E non è tutto, è stato anche deciso di privarlo di tutti i titoli ottenuti come vincitore del campionato d’Ucraina, della Coppa d’Ucraina, della Supercoppa d’Ucraina e di escludere Tymoshchuk dall’albo ufficiale dei giocatori delle Nazionali UAF e di vietargli a vita di svolgere attività calcistiche sul territorio dell’Ucraina.

La Federcalcio rincara la dose e sottolinea il motivo di questa durissima presa di posizione: "Si ricorda che dall'inizio dell'aggressione militare russa contro l'Ucraina, Tymoschuk, l'ex capitano della nazionale ucraina, non solo non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche al riguardo, ma non ha nemmeno interrotto la sua collaborazione con il club dell'aggressore".

Nessuno si aspettava dunque un silenzio così assordante da parte di un giocatore che ha fatto la storia del calcio ucraino. "Tymoschuk continua a rimanere in silenzio e a lavorare per il club dell'aggressore – si legge ancora nella nota – Con questa scelta consapevole, Tymoschuk danneggia l'immagine del calcio ucraino e viola la clausola 1.4. Parte 1 dell'art. 4 del Codice Etico e Fair Play UAF". Tutto questo è avvenuto in tempi strettissimi nonostante il conflitto in corso.

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E pensare che Tymoshchuk è stato sempre venerato dal popolo ucraino proprio per il suo grande attaccamento mostrato negli anni per la maglia della Nazionale indossata per 144 volte. Una sorta di record per lui dato che nessuno è riuscito a raggiungere tali numeri, nemmeno la stella Shevchenko che invece si è fermato a quota 111 presenze con la maglia della sua Ucraina.

Ma contrariamente a quanto ha mostrato l'ex Milan, in lacrime davanti alle telecamere pregando la Russia di mettere fine a questa guerra, Tymoschuk ha preferito il silenzio totale, anche sui social. Il suo ultimo post risale addirittura al 25 gennaio scorso. Un'assenza che fa rumore e che fa male. Tymoschuk ha deciso di non proferire parole anche di fronte alle bombe che ogni giorno risuonano nelle orecchie e nella testa del suo popolo ucraino che si sta battendo affinché tutto questo possa finire pagando anche a costo della vita la difesa del proprio territorio.

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