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Rafael Leao passeggia per il campo anziché pressare i giocatori dell’Inter: tifosi increduli

Il portoghese appare avulso dal gioco, lento e indolente. Non fa pressing, non corre, vede gli avversari che palleggiano senza intervenire. Se ne sta da solo sulla fascia.
A cura di Maurizio De Santis
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Nel bene e nel male Rafael Leao è sempre sotto i riflettori. Nel derby che vale lo scudetto della seconda stella per l'Inter, è rimasto deluso chi si attendeva che il portoghese caricasse sulle spalle la responsabilità di dare tutto per rovinare la festa ai nerazzurri. Che avesse un sussulto d'orgoglio e facesse lo sgambetto agli avversari. Che facesse "il Leao", magari inventando qualche numero dei suoi. Invece, nulla.

Il guizzo nel primo tempo, con tanto di diagonale riuscito male come una ciabattata al pallone, aveva illuso che potesse essere lui la spina nel fianco della difesa avversaria. Ma col passare dei minuti l'esterno d'attacco si è spento: la sua luce è diventata fioca, quasi impalpabile, fino a scomparire. E lo spettacolo offerto ha fatto infuriare i sostenitori rossoneri. A vederlo da casa, ha fatto un effetto brutto davvero. Ad assistere dagli spalti a una prestazione al di sotto della sufficienza, senza nemmeno quel briciolo di determinazione che almeno salva l'onore delle armi, l'impressione è stata anche peggiore.

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Cosa ha fatto? Basta dare un'occhiata a come ha interpretato in maniera davvero molto personale il concetto di pressing e di occupazione della sua zona di competenza. Non mangiava l'erba, come si dice in gergo per raccontare il furore agonistico di un giocatore, al massimo l'accarezzava. Non aveva gli occhi della tigre, ma quelli di un micetto che mostra gli artigli ma non fa paura.

Pressin pigro. Ci vuole davvero una buona dose di fantasia per descrivere così quell'atteggiamento che appare indolente e scoraggiato da parte di Leao. In realtà il calciatore appare fermo, avulso dal gioco, lontano dal cuore dell'azione. Sembra stare lì, nei pressi della corsia laterale a vedere quel che succede, dove va il pallone, senza colpo ferire. Dà l'impressione di accettare passivamente quel che è già scritto: ovvero che l'Inter vincerà lo scudetto, il 20° della sua storia.

Il portoghese s'accende all'improvviso alla fine del primo tempo. È un lampo nel buio di una prova opaca: viene innescato sulla sinistra dell'area, ci mette del suo per accelerare e guadagnare lo spazio migliore per battere a rete, sta per calciare, è solo solo contro Sommer ma c'è una bella chiusura di Pavard che salva tutto. È contro il difensore francese che va a sbattere. Un'azione che è il simbolo della sua serata. Nel bene e nel male, in questo finale di stagione senza obiettivi, Leao fa la sua parte.

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