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Per giocare in nazionale bisognerà togliersi i tatuaggi: la Cina fa ancora discutere

L’ultimo provvedimento del governo cinese vieta i tatuaggi ai calciatori della nazionale, e impone la rimozione a chi ne è già in possesso a meno di circostanze “speciali”.
A cura di Marco Beltrami
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L'attaccante tatuato della nazionale cinese Ai Kesen
L'attaccante tatuato della nazionale cinese Ai Kesen

Una nuova frontiera del pallone capace di attirare a suon di milioni calciatori europei e brasiliani. La Cina stava bruciando le tappe nel mondo del calcio grazie ad investimenti e contratti record, prima che arrivassero le limitazioni imposte dal governo, con tanto di limiti notevoli per le società e tetto massimo per gli ingaggi. Un passo indietro importante per tutto il movimento, che oggi si ritrova a fare i conti con un altro provvedimento politico di ben altra natura. Questa volta i vertici del Paese orientale hanno imposto un vero e proprio veto ai calciatori della propria nazionale sui tatuaggi.

In Cina è già raro vedere calciatori tatuati, anche in virtù di una società prevalentemente conservatrice. Gli occhi delle nuove generazione rivolti ad occidente, e l'eco delle imprese delle stelle del calcio internazionale, hanno fatto suonare il campanello d'allarme. Anche nella squadra che rappresenta calcisticamente la Cina d'altronde non mancano i calciatori che possono sfoggiare tatuaggi come per esempio "l'oriundo" Elkeson de Oliveira Cardoso, noto come Ai Kesen o come Elkeson.

I tatuaggi in Cina fanno capolino anche sugli spalti
I tatuaggi in Cina fanno capolino anche sugli spalti

Ecco allora che la China Sports Administration (l'organo di amministrazione dello sport del Paese) in linea con il ministero dello Sport ha vietato di fatto i i tatuaggi ai calciatori della Nazionale. Ai calciatori invece già in possesso di disegni colorati sul proprio corpo, è stato imposto di rimuoverli, o quantomeno "in circostanze speciali" di coprirli durante gli allenamenti e le gare. Per queste eccezioni però ci vorrà anche il consenso della squadra. Tutti i "dissidenti" del tatuaggio non saranno più convocati o reclutati nelle nazionali giovanili.

Ma a cosa è dovuto questo provvedimento? La Cina che già da tempo sta conducendo una sorta di "battaglia" contro i tatuaggi, sempre più popolari tra i giovani ha giustificato questo provvedimento con la necessità di porre fine a tendenze considerate volgari. Il tutto nell'ambito di un piano mirato alla "ripresa del controllo sulla gioventù" e in opposizione ad una decadenza morale proveniente dall'estero. Anche per questo i giovani calciatori sono stati spediti nei campi militari per le esercitazioni e per una particolare "educazione del pensiero".

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