Juric e l’incubo della guerra: “In Croazia ci hanno massacrati per anni e altri guardavano. Anche voi”

Colonne di rifugiati che scappano. Bagliori di esplosioni. Boati e detonazioni squarciano l'orizzonte, l'eco di distruzione e morte è devastante. Paura, angoscia, rabbia, smarrimento. Le immagini e le notizie che arrivano dall'Ucraina invasa dalle truppe russe prendono i ricordi di Ivan Juric e li portano a spasso nel tempo. A un periodo nemmeno tanto lontano quando il conflitto nei Balcani incendiò il cuore dell'Europa. Il tecnico del Torino è di origine croata e quanto sta accadendo adesso a Kiev può raccontarlo come fosse lì.
Certe brutte cose le ha già viste, sentite, altro ancora gliel'hanno raccontato. Ogni volta l'effetto che fa è sempre lo stesso: pelle d'oca, brivido freddo che corre lungo la schiena e un'emozione che ti sgorga da dentro. Domenica il Torino ospita il Cagliari ma è impossibile concentrarsi solo sulla partita, impossibile non rivolgere un pensiero al momento terribile del popolo ucraino che resiste con tutte le sue forze, a ogni costo.
Juric parla della guerra che è tornata in Europa, dei combattimenti deflagrati giovedì scorso, quando Putin ha scattare l'operazione militare e dato l'ordine di attaccare minacciando il mondo intero. "Noi in Croazia sappiamo cosa vuol dire essere attaccati dai più forti – ha ammesso l'allenatore nato a Spalato -. Ci hanno massacrato per tanti anni poi solo dopo siamo riusciti a prenderci quanto era nostro".

La Uefa ha cancellato San Pietroburgo quale sede della finale di Champions spostandola a Parigi ma nel mondo del calcio ha fatto molto rumore la reazione della Polonia: ha annunciato che non prenderà parte ai playoff di qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022 contro la Russia. Szczesny, portiere della selezione e della Juventus s'è spinto anche oltre dichiarando la personale reticenza ad andare in campo: "Mia moglie è nata in Ucraina, nelle vene di mio figlio scorre sangue ucraino. La coscienza non mi permette di giocare".
Juric apprezza ma ha una posizione molto più severa e intransigente. "La reazione della Polonia è il minimo, la reazione di tutti è blanda visto quanto sta accadendo – ha aggiunto il tecnico del Toro -. Serve molta più energia. Noi le abbiamo subite certe cose e altri guardavano, anche voi. Bisogna costringere la Russia a fermarsi".