Arrestati in Ucraina, cambia tutto quando appare Maradona: “Ci ha salvato la mano di Dio”

Il nome e il leggendario numero 10 di Diego Armando Maradona come passaporto per la libertà e per evitare guai peggiori, che in guerra significa mettere a rischio la propria vita. La storia raccontata da Daniel Matamala, giornalista cileno inviato in Ucraina per coprire i tragici eventi successivi all'invasione russa, spiega bene l'aura di mito che avvolge il calciatore argentino, assurto ad una dimensione ulteriormente empirea dopo la morte improvvisa del novembre 2020.
Secondo Matamala, è grazie a Maradona che lui e alcuni sui colleghi sono stati liberati dalla polizia ucraina che li aveva posti in stato di arresto e interrogati. Il giornalista si stava spostando nel Paese ormai completamente militarizzato assieme al suo gruppo di lavoro, quando sono stati intercettati dalle forze lealiste al governo di Zelensky, che li hanno fermati temendo che fossero spie. È seguito un lungo interrogatorio nella locale questura per accertare il motivo della loro presenza sul suolo ucraino, fino alla svolta che ha reso possibile il loro rilascio.

"Oggi, a uno dei controlli stradali, la polizia ci ha sequestrato documenti, telecamere, telefoni e ci ha scortato alla stazione di polizia – ha raccontato l'inviato speciale di Chilevisión su Instagram – I primi interrogatori sono stati tesi: è un Paese in guerra e si sospettano spie o sabotatori…". La svolta è arrivata in un preciso momento: "Quando uno degli agenti di polizia ha visto i passaporti dei miei colleghi argentini e ha detto due parole che abbiamo capito: ‘Messi!' e ‘Maradona!'. Lì è cambiato tutto".

"Il nostro grande cameraman ha mostrato di avere un tatuaggio di Diego Maradona sul polpaccio! Con quello l'atmosfera è cambiata molto e grazie alla mano di Dio e al calcio siamo riusciti ad uscire da quella situazione e ad arrivare a destinazione senza problemi", ha continuato il 43enne giornalista, che ha poi postato la foto del polpaccio del cameraman, con Maradona tatuato in maglia numero 10 dell'Argentina.
"Ci hanno liberati e ci hanno restituito il nostro equipaggiamento. Ci ha salvato la mano di Dio!", è stata la conclusione della vicenda, citazione della famosa rete segnata con la mano dal fuoriclasse argentino ai Mondiali del 1986 contro l'Inghilterra, nonché ispirazione del titolo del film di Paolo Sorrentino candidato all'Oscar. Se El Diez già prima per loro era un mito…
