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Antonio Conte sbaglia i cambi, passa al 5-4-1 e butta via la vittoria in Roma-Inter

L’Inter era riuscita a capovolgere il risultato nella ripresa passando dall’1-0 all’1-2 grazie alle reti di Skriniar e Hakimi. Poi, Conte decide di cambiare uomini e assetto: dentro Perisic per Lautaro, abbandonando Lukaku al suo destino e arretrando il baricentro con le entrate di Gagliardini e Kolarov. Subendo il pareggio al 90′
A cura di Alessio Pediglieri
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Riuscire a ribaltare un risultato fino a al 90′ ma poi rovinare tutto subendo il ritorno avversario, veemente ma anche aiutato dai cambi che hanno lasciato più di qualche dubbio all'interno dell'assetto tattico voluto da Antonio Conte. Così, l'Inter torna dall'Olimpico con l'amarezza di aver accarezzato un meritato vantaggio sprecato nei minuti conclusivi con Mancini che a tempo scaduto incorna per il 2-2. Assalto romanista al secondo posto sventato, ma il Milan là davanti riprende la fuga.

Non c'è da essere soddisfatti al fischio finale anche se Roma e Inter hanno dato spazio al solito match tutto gioco, emozioni e gol. Non sono mancati gli acuti da parte delle due squadre che hanno annichilito i rispettivi attacchi, incapaci di superare le difese. Fonseca e Conte hanno studiato benissimo la partita, tanto che a segno nei 4 gol ci vanno tre difensori e un centrocampista.

Ma l'amarezza è – a parte un primo tempo insufficiente – la scelta di Antonio Conte una volta passato in vantaggio, di cambiare uomini e assetto alla squadra. L'Inter quando non  è in possesso palla lascia in cantina il 3-5-2 iniziale e si rifugia in un più concreto 4-4-2 chiedendo a Darmian il recupero arretrato più che ad Hakimi ancora incapace di dare una mano davanti ad Handanovic. Una scelta che paga, al di là della ventata di Pellegrini che da fuori area trova il rasoterra imparabile.

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L'Inter non punge in avanti, ma non stenta in difesa. Il primo tempo scivola via con un approccio sbagliato più che un assetto tattico da rivedere. Perché nella ripresa Conte non a caso non cambia nessuno – tranne aver inserito Young per l'infortunato Darmian – ma l'Inter scende in campo con un approccio diverso. E trova il doppio gol del vantaggio. In campo i nerazzurri giocano diversamente: in fase di possesso alzano il baricentro, difendendo a due con Bastoni e Young larghissimi e con Hakimi sempre avanti in mediana.

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Finalmente tutto sembra funzionare: Brozovic e Vidal si alternano a Barella davanti alla difesa, ripiegando in copertura ed evitando le ripartenze della Roma che è costretta al fraseggio più lento per avanzare. In avanti Lautaro è vicino a Lukaku, anche se il belga non appare in giornata. Tutto combacia, il 2-1 è più che meritato ma ad un certo punto Conte cambia.

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Perché cambiare uomini e assetto con la squadra che ha trovato le dinamiche corrette per interpretare il finale di partita? Domanda dalle cento pistole. Perché Conte decide di passare ad un 4-5-1 togliendo Lautaro e lasciando Lukaku unica punta, per l'inserimento di Perisic. Il croato dà man forte in mediana ma isola il belga e l'Inter abbassa il baricentro pericolosamente.

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La frittata viene compiuta con altri due cambi: esce Hakimi che aveva trovato le misure alla difesa giallorossa, per Kolarov che non entrerà mai in partita. Fuori anche Vidal, malconcio per un Gagliardini chiamato a fare densità senza però riuscirci. Con il baricentro più basso, un Lukaku inutilmente isolato in avanti, l'Inter arretra e subisce il pareggio. Con Conte per una volta vittima della sindrome da Piano B, mutando forma e aspetto di una squadra che da Roma poteva tornare con 3 punti pesantissimi.

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