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Agnelli lancia l’allarme: “Per il calcio la crisi economica del 2021 sarà peggiore del 2020”

La crisi economica scaturita dal Covid ha inficiato i conti (anche) dei top club nell’ultimo anno, ridotto la dimensione del budget e dei possibili investimenti. Otto miliardi e mezzo di perdite stimate nel biennio 2020-2021. Due miliardi e mezzo in meno in un anno per il calciomercato. Il presidente della Juventus e dell’Eca snocciola i conti e indica la necessità di rivedere il calciomercato e gli accordi collettivi con i calciatori per affrontare il momento di crisi.
A cura di Maurizio De Santis
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Otto miliardi e mezzo di perdite stimate nel biennio 2020-2021. Due miliardi e mezzo in meno in un anno per il calciomercato. Sono le cifre che il presidente della Juventus e dell'Eca, Andrea Agnelli, illustra durante il webinar eThinkSport2021, organizzato da News Tank Football. La crisi economica scaturita dal Covid ha inficiato i conti (anche) dei top club nell'ultimo anno, ridotto la dimensione del budget e dei possibili investimenti ma la previsione sulla stagione attuale avrà un impatto maggiore al punto da imporre riflessioni serie per il futuro dell'industria calcio.

Nella scorsa stagione abbiamo avuto solo 3-4 mesi di stadi vuoti, di sconti commerciali, di sconti per le emittenti, mentre quella in corso sarà una stagione intera senza tifosi allo stadio – le parole del presidente, Agnelli -. Relativamente al discorso sui diritti tv, in Germania hanno perso il 10% e ci sono a livello internazionale broadcaster che non stanno pagando i loro debiti. Ecco perché penso che questa stagione andrà peggio, riteniamo che la perdita complessiva di questi due anni per la nostra industria sia fra i 6.5 e gli 8.5 miliardi di euro.

Cosa accadrà per il futuro immediato è abbastanza chiaro già adesso. L'andamento delle trattative nella sessione invernale di mercato e le prospettive per quella estiva sono tali da confermare che tutto avverrà nel solo dell'austerity. La parola d'ordine è risparmiare abbattendo i costi gestionali e, al massimo, chiudere operazioni all'insegna della reciproca convenienza. Non può bastare più anche il gioco delle plusvalenze per tenere i conti in ordine ecco perché la direzione indicata va verso la necessità di rivedere il calciomercato e gli accordi collettivi con i calciatori per affrontare il momento di crisi.

Quest'anno ci sono stati movimenti per 3.9 miliardi di euro rispetto ai 6.5 dell'anno scorso. Da un anno all'altro il giro di affari ha subito una flessione di 2.6 miliardi , senza contare gli aspetti della solidarietà dei club. Questa è la riprova di come la situazione sia pericolosa.

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