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Playoff NBA: Phoenix vince a Denver ed è a un passo dalla finale, Philadelphia passa ad Atlanta

Trascinati dal solito, sontuoso, Chris Paul, i Phoenix Suns si impongono in gara 3 sul campo dei Nuggets e chiudono praticamente la serie salendo sul 3-0. Atlanta dura pochissimo contro Philadelphia, crollando nel terzo quarto e non riuscendo a trovare risposte allo strapotere fisico di Joel Embiid, ancora dominante.
A cura di Luca Mazzella
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Due partite nella notte NBA, una nella Eastern e una nella Western Conference. Sulla costa Est Philadelphia si impone di giustezza a Atlanta e riprende il fattore campo perso in gara 1, mentre a Ovest prosegue la marcia di Phoenix che batte Denver anche a domicilio e sale sul 3-0, a 48 minuti dalla finale di Conference.

Denver Nuggets – Phoenix Suns 102-116

Festa a metà per l'MVP Nikola Jokic, premiato davanti al suo pubblico ("Questo trofeo non è mio, ma di tutti i ragazzi che sono qui. Vorrei applaudiste loro"), autore di una partita storica da 32 punti, 20 rimbalzi (di cui 10 offensivi) e 10 assist che lo colloca in un ristrettissimo gruppo di fenomeni che contava finora i soli Wilt Chamberlain e Kareem Abdul-Jabbar, ma mestamente sconfitto alla fine di 48 minuti molto simili a quanto già visto in gara 1 e gara 2, con la squadra di Mike Malone che parte male, recupera a fine primo tempo e crolla, letteralmente, nel secondo.

Phoenix inizia col miglior primo quarto della sua post-season, segnando 37 punti e tirando con un fantasmagorico 71% dal campo. Denver però risale e dopo aver tirato col 44% nei primi 12 minuti risale fino a ricucire lo svantaggio arrivato fino a 20 punti al 59-55 Suns. I trascinatori emersi nella seconda parte di partita portano il nome di Chris Paul (27 punti, 8 assist e 6 rimbalzi), Devin Booker (28 punti) e DeAndre Ayton che continua a fare la voce grossa sotto i tabelloni con 15 rimbalzi e a difendere alla grande nel pitturato. Proprio la sua capacità di contenere una penetrazione di Jokic ha portato il serbo, sul 99-85 dell'ultimo quarto, a vedersi sanzionato con un fallo tecnico per proteste, a testimonianza di un grande nervosismo per un gap tra le due squadre e un'incapacità di Denver di fronteggiare la profondità di roster e la freschezza dei ragazzi di Monty Williams.

Una squadra che ha sofferto molto più – e ci mancherebbe – contro i campioni NBA in carica dei Los Angeles Lakers in forza anche di un problema fisico di CP3, che nel turno successivo. Che si è compattata ancora di più, che ha fatto quadrato attorno al suo leader CP3, che cresce sera dopo sera e che non vede più come chimera le Finals NBA. Sarebbe un epilogo straordinario per Paul e per una carriera da primo della classe troppo spessa condizionata dagli infortuni.

Atlanta Hawks – Philadelphia 76ers 111-127

"Sto bene, sono in piedi, cammino. Ho finito la partita, quindi sto continuando a lottare e a essere quello che sono da quando gioco a basket. Qualsiasi cosa dovesse succedere, si torna e si riprende da dove si è lasciato": è un Joel Embiid estremamente realista e molto sicuro di sé quello che, dopo la netta vittoria di Philadelphia contro Atlanta, è il suo attuale status. Quello di un giocatore che dopo il problema al menisco che ha fatto riemergere i vecchi spettri di una fragilità fisica è tornato più forte di prima, asfaltando sulle due metà campo degli Hawks incapaci di trovare una risposta adeguata al suo gioco. Embiid ha chiuso a quota 27 punti,  9 rimbalzi, 8 assist e 3 stoppate in 34 minuti totali, tanti ne sono bastati per imporsi e riuscire anche a rifiatare in vista della gara 4 che può chiudere virtualmente i conti.

Non è mancato però il supporto dei compagni al centro finito al secondo posto nella graduatoria MVP di stagione, con Tobias Harris e Ben Simmons autori di 40 punti in coppia e decisivi con il tiratore Furkan Korkmaz (14 punti, 11 nel primo quarto) nell'interrompere la striscia di 13 vittorie casalinghe di Trae Young e soci. Proprio Trae Young è stato sin da subito il bersaglio in difesa di Ben Simmons, che tanto ha fatto nelle prime due partite quando accoppiato direttamente al fenomeno di Nate McMillan. L'impatto difensivo dell'australiano e più in generale di tutta la difesa 76ers si è trasformato in transizioni e canestri facili per Phila, che ha vinto 15-6 la mini-sfida dei punti in transizione, ed è stato affiancato anche da diverse azioni in cui Simmons ha fatto valere gli oltre 20 centimetri in più rispetto a Young, suo diretto difensore, contribuendo al 66-58 nel pitturato che testimonia la supremazia degli ospiti al ferro.

Non ha deluso il nostro Danilo Gallinari, autore di 17 punti in uscita dalla panchina e destinato, probabilmente, a un ruolo più importante sin dalla prossima sfida visto il non ottimale rendimento, per usare un eufemismo, di Solomon Hill. Atlanta oltre ai 28 di Young ha 23 punti da Capela, destinatario prediletto dei lob della sua point-guard, e 19 da Bogdan Bogdanovic, ma niente di tutto ciò è bastato per arginare un terzo quarto da 34-19 dei 76ers, sublimato da un parziale di 11-0 che chiude la partita e manda i titoli di coda. L'impressione è che, fin tanto che Joel Embiid resta sano, non c'è una singola chance, nonostante i raddoppi messi in atto, per arginare il centro camerunese e sperare di portare a casa un'altra vittoria. Gara 4 può clamorosamente riaprire questa semifinale o chiuderla, e in entrambi i casi la stagione degli Hawks meriterà un enorme applauso.

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