34 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Sciatrici minorenni in biancheria intima e seminude nella chat scandalo: “Mi piace che siete affamati”

Il caso è esploso in seguito alla lettera di denuncia di uno dei genitori delle ragazzine. All’interno del gruppo social rinvenuti messaggi, immagini e video a contenuto pornografico e pedo-pornografico oltre a frasi razziste e xenofobe.
A cura di Maurizio De Santis
34 CONDIVISIONI
Immagine

"Mi fa piace che siete affamati di f**a e non una manica di fr**ci". Nella chat dello scandalo finita al centro di ben tre inchieste (penale, militare e sportiva) un tecnico di sci nordico vicentino, sottufficiale dell’Esercito di stanza a Verona come allievo paracadutista, aveva trasformato quella ‘stanza' dove dialogare e scambiare informazioni sull'attività agonistica e sul calendario degli allenamenti in un luogo di depravazione dove c'era di tutto.

Foto di sciatrici minorenni in biancheria intima, seminude, riprese di spalle mentre erano in pista soffermandosi sul fondoschiena: erano all'oscuro di tutto né avevano mai dato il loro consenso a cose del genere. "Familiare questa…" e ancora "ho fatto la mia parte oggi…" sono alcuni degli apprezzamenti giudicati come inopportuni che rientrano nel corredo accessorio di quel materiale proibito e indegno, contenuto nelle conversazioni di tutto altro tenore rispetto alle intenzioni e alle necessità di contatto tra atleti e tecnico della Fisi (la federazione sport invernali).

La sentenza della Corte d'Appello Federale

I giudici della Corte d'Appello Federale hanno confermato la condanna a sei mesi di sospensione del tecnico riconosciuto come responsabile. Tutto è nato dalla denuncia del genitore di una ragazzina vittima di revenge porn: in una lettera spedita ai vertici federali annotò con dovizia di particolari quelle forme di abuso che la giovane, ignara, aveva subito.

Da allora in poi le conseguenze delle indagini sono state devastanti per quanto emerso da quel gruppo social all'interno del quale furono rinvenuti non solo immagini e video a contenuto pornografico e pedo-pornografico ma anche espressioni richiamavano fascismo e nazismo e altre gravemente razziste e xenofobe. "Un neg*o giù per un fosso è sempre un buongiorno", e facendo riferimento a un presunto incidente stradale sottolineò il concetto con una frase del tipo "sono abituati ai cammelli, macchina stranamente guidata da un nero". 

Cosa c'era scritto nella chat dello scandalo

Travolto dalla vicenda, l'allenatore abbandonò la chat e si congedò così: "A me fa piacere che siete affamati di f… e non siate una manica di fr…, malati buonisti pro neg.., comunisti ed ebrei. Penso capiate che la mia presenza nel gruppo è un po' borderline. Esco, meglio evitare possibili casini. Non ce l’ho con nessuno. Finiamo bene le gare e poi andiamo a fare caccia grossa".

Delle 15 persone coinvolte, 8 furono assolte in primo grado (erano gli atleti che avevano condiviso quei contenuti) e con esse anche i vertici della Fisi. La condanna più severa fu inflitta all'allenatore, sospeso per 6 mesi: pena confermata in appello (come si evince dal Corriere del Veneto) con l'aggravante della "funzione di istruttore e insegnante" che avrebbe dovuto gestire la chat con attenzione e invece lui stesso ha creato le condizioni della condivisione di informazioni malsane.

Aperte inchieste anche in sede penale e militare

La vicenda ha avuto riflessi anche a livello penale e militare per i dossier aperti dalla Procura di Verona e quella Militare. In attesa che l'indagine si sviluppi anche in questi ambiti, la giustizia sportiva è arrivata già in appello. Non solo è stato ribadito l'intero faldone di accuse ma questa volta sono stati sanzionati anche i vertici regionali della Fisi con 3 mesi di sospensione per aver violato i doveri di "lealtà e probità" e non essere intervenuti tempestivamente una volta venuti a conoscenza della chat dello scandalo.

34 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views