video suggerito
video suggerito

Monster, la storia di Ed Gein e la sessualità di Anthony Perkins: cosa c’è di vero nella serie Netflix

Monster su Netflix non si limita a raccontare la storia di un serial killer come Ed Gein, ma affronta anche la sessualità di Anthony Perkins, tra relazioni segrete, terapie di conversione e silenzi familiari. Il figlio Oz, oggi regista horror acclamato, rivela: “In casa era un argomento proibito”.
0 CONDIVISIONI
Immagine

La terza stagione di Monster su Netflix sta continuando a far parlare in Italia, come nel mondo. Uno dei momenti più interessanti della serie è sicuramente lo spazio inaspettato che viene dedicato alla figura di Anthony Perkins, l'attore che interpretò Norman Bates in Psycho. Mentre la serie racconta la storia di Ed Gein – il serial killer che ispirò il capolavoro di Hitchcock e il film horror di Tobe Hopper, Non aprite quella poarta – lo show esplora anche le conseguenze personali di quella fama improvvisa sull'attore, concentrandosi su un aspetto della sua vita che rimase a lungo avvolto nel silenzio: la sua sessualità.

La relazione segreta con Tab Hunter

Nel secondo episodio, la serie ricostruisce un momento chiave: Anthony Perkins torna a casa indossando il costume di Norma Bates, la madre di Norman, svelando al compagno Tab Hunter il finale shock di Psycho. La reazione di Tab è violenta: la serie suggerisce che tra loro scoppia una lite dovuta a gelosie reciproche professionali. Non è chiaro se quella lite sia davvero avvenuta, ma la relazione che ci fu tra i due è un fatto acclarato. Per quattro anni, tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta, Perkins e Hunter furono legati da una storia che nascosero solo a chi non faceva parte della loro cerchia. Chi li conosceva sapeva. A Hollywood era un segreto di Pulcinella, ma pubblicamente nessuno poteva ammetterlo. I due si lasciarono poco prima che Perkins girasse Psycho, e Monster suggerisce che il ruolo di Norman Bates possa aver avuto un peso in quella rottura.

La sequenza della lite tra Tab Hunter e Anthony Perkins in Monster: The Ed Gein Story.
La sequenza della lite tra Tab Hunter e Anthony Perkins in Monster: The Ed Gein Story.

Le terapie di conversione e il peso del conformismo

La serie mostra Perkins seduto di fronte alla sua terapista, mentre discute della propria sessualità. Non è finzione: l'attore si sottopose davvero a terapie di conversione, quelle pratiche che all'epoca venivano presentate come una cura per l'omosessualità. La sua terapeuta, Mildred Newman, venne duramente criticata da amici di Perkins come Stephen Sondheim, che definirono quel trattamento "disumano". La pressione sociale dell'epoca costrinse Perkins a nascondere una parte fondamentale di sé. Era l'America degli anni Cinquanta e Sessanta, dove essere apertamente gay significava fine della carriera, emarginazione, persino rischi legali. Perkins, diventato una star dopo Psycho, si ritrovò intrappolato in un'immagine pubblica che non gli apparteneva.

"Era gay o bisessuale, ma in casa non se ne parlava"

La sessualità di Anthony Perkins è complessa e sfaccettata. L'attore ebbe relazioni con donne e uomini, ma si sposò con Berry Berenson, dalla quale ebbe due figli, tra cui Oz Perkins, oggi regista affermato di horror come: The Blackcoat's Daughter, Sono la bella creatura che vive in questa casa, Gretel e Hansel, The Monkeys, Longlegs. Oz stesso ha definito il padre "un gay o comunque bisessuale", anche se Anthony si definì più volte liberamente "omosessuale". L'argomento, come riferito da Oz Perkins in un'intervista all'Irish Times, era off limits:

La sorpresa non fu scoprire che fosse gay. La sorpresa fu che nessuno ci aveva mai parlato di questo. Non so chi avrebbe dovuto farlo. Forse, anche oggi, non è chiaro come si affronti una conversazione del genere quando la vita pubblica non lo consente. Non biasimo nessuno, ma su tutto venne steso un velo. Tutti sembravano saperlo. Di certo tutti i loro amici.

Due tragedie che segnarono la famiglia

Anthony Perkins morì nel 1992 a soli 60 anni per complicazioni legate all'AIDS. Berry Berenson, sua moglie fino alla fine nonostante la consapevolezza della sua sessualità, rimase al suo fianco. Nove anni dopo, nel 2001, anche lei morì in modo tragico: si trovava su uno degli aerei dell'11 settembre. La storia di Anthony Perkins dimostra la profondità e la capacità della serie di Ryan Murphy. Monster: The Ed Gein Story non si limita a raccontare un serial killer. Attraverso la storia di Perkins, scatta una fotografia che racconta cosa voleva dire vivere in un'epoca che non lasciava spazio a nessuno di vivere in maniera autentica. Farlo, significava sacrificare ogni cosa. Un tema che è caro da sempre a Ryan Murphy e che è riuscito a inserire anche in una serie all'apparenza cruda e grandguignolesca.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views