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Sydney Sweeney, star di Euphoria, sugli stipendi di Hollywood: “Non pagano più come una volta”

Sydney Sweeney, star di Euphoria e di The White Lotus, ha parlato apertamente delle difficoltà incontrate ad Hollywood che riguardano anche il settore economico, non più così florido come un tempo.
A cura di Ilaria Costabile
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Nell'immaginario di coloro che non fanno parte del mondo dello spettacolo, gli attori di Hollywood sono soliti percepire cifre da capogiro e se in alcuni casi è vero, in altre circostanze, invece, non si può dire che sia così. A raccontare la sua esperienza in un'intervista a The Hollywood Reporter è stata Sydney Sweeney, star di Euphoria, la quale ha rivelato che non è tutto oro quello che luccica e che anche gli stipendi nel dorato mondo del cinema, non sono poi così da capogiro.

Le critiche di Sydney Sweeney

"Se volessi prendermi una pausa di sei mesi, non avrei abbastanza soldi per tirare avanti. Non ho nessuno che mi supporta economicamente" dice Sydney Sweeney, che ha ricevuto due candidature per The White Lotus come miglior attrice non protagonista in una miniserie o film per la tv e drammatica per Euphoria. Gli stipendi ad Hollywood, secondo l'attrice, sarebbero da rivedere e il loro ruolo non è più considerato come un tempo:

Oggi noi attori non siamo più pagati come una volta e, con la crescita dello streaming, spesso ti restano le briciole. Le star più affermate continuano ad essere pagate bene. Ma io devo dare il 5% delle mie entrate al mio avvocato, il 10% ai miei agenti, il 3% al mio commercialista. E poi devo pagare tutti i mesi il mio addetto stampa, una quota più alta di quella del mio mutuo.

L'atmosfera tesa ad Hollywood

Secondo Sydney Sweeney l'aria che si respira ad Hollywood non è serena ed è difficile che gli attori possano parlare apertamente delle loro criticità, di quello che ritengono possa cambiare e che invece rappresenta ormai qualcosa di radicato. Sebbene sembri che tra gli attori ci sia molta solidarietà non sempre è così:

È costruita per farti pugnalare gli altri alle spalle. È un meccanismo folle. Senti le persone dire “Ci supportiamo l’un con l’altro”, e io vorrei rispondere “No, non lo fate proprio per un cazzo”

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