Morgan senza filtri: “Mengoni? L’ho scoperto io, ma è stato un ingrato”

Morgan è artista senza mezze misure. Non le ha usate quando si è seduto di fronte a Nunzia De Girolamo nel corso della prima puntata di Ciao Maschio, in onda oggi sabato 20 settembre dalle 17:10 su Rai1. Il cantautore milanese ha rotto il silenzio su anni di frustrazioni accumulate e lancia accuse pesanti contro il sistema musicale italiano.
La rivelazione su Marco Mengoni che spacca il mondo della musica
"Marco Mengoni esiste perché l'ho scoperto io, non l'ha mai detto nessuno e non lo dicono", dichiara senza giri di parole il cantautore. Una affermazione che fa tremare le fondamenta dell'industria musicale italiana. "Se non ci fossi stato io non esisterebbe. Era un ragazzino su cui nessuno avrebbe investito e io invece l'ho capito." Le parole di Morgan aprono uno squarcio inedito sulla genesi di alcuni dei talenti più apprezzati del panorama musicale contemporaneo. Non si limita a Mengoni: "Noemi, Michele Bravi, tutti quei talenti li ho lanciati io." Un curriculum da talent scout che, secondo lui, nessuno riconosce pubblicamente. Ma la rivelazione più amara arriva quando Nunzia De Girolamo gli chiede se Mengoni sia stato riconoscente. "Per niente", risponde secco Morgan. "Il sistema non è riconoscente, lui poverino non può esserlo, perché è attorniato da gente che rema contro". Morgan sembra voler scagionare l'artista per colpire il sistema che lo circonda, in una distinzione sottile ma significativa tra la persona e la macchina industriale che la gestisce.
"Marginalizzato da tutto il sistema"
Il grido di dolore di un genio incompreso: "Io sono marginalizzato da tutto il sistema, nonostante i successi che ho avuto". La sua frustrazione esplode quando racconta del documentario per cui ha composto le musiche: "Ha vinto 47 festival in tutto il mondo, è arrivato al primo posto a Los Angeles, Toronto, Londra, ovunque, non ne ha parlato nessuno."
La critica a Jovanotti
Non si ferma qui Morgan, che punta il dito anche contro Lorenzo Jovanotti: "Se potessi rinascere vorrei essere Jovanotti per fargli fare cose migliori. Sfruttare l'occasione di avere tutto il suo pubblico, per fargli fare musica intelligente". Una critica feroce mascherata da desiderio di miglioramento, che colpisce uno degli artisti più popolari del panorama italiano. "Lui è furbo, si schiera e non si schiera. È molto furbo, cavalca tutte le epoche. Si trasforma", aggiunge con una punta di invidia per quella capacità di adattamento che a lui sembra essere mancata.