Michael J. Fox affaticato alla presentazione del suo nuovo libro: “Mi piacerebbe non svegliarmi un giorno”

Michael J. Fox è apparso a Manhattan alla presentazione del suo nuovo libro, Future Boy. L’attore convive col Parkinson ormai da 35 anni e viene ripreso da alcuni fan mentre scende dall’auto e viene posizionato su una sedia a rotelle, poi saluta con un gesto affaticato della mano.
A cura di Ilaria Costabile
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Michael J.Fox appare affaticato e in sedia a rotelle a Manhattan, poco prima della presentazione del suo nuovo libro Future Boy, scritto a quattro mani con Nelle Fortenberry. L'attore è stato ripreso da alcuni fan mentre scende dall'auto e si fa posizionare sulla sedia a rotelle, per poi entrare nel luogo adibito all'evento in cui racconta la sua nuova fatica letteraria.

Michael J. Fox convive col Parkinson da oltre trent'anni

Non si sottrae ai saluti dei fan, anche se da lontano, una mano alzata una volta resosi conto che qualcuno che lo stava osservando, poi si è sistemato sulla sedia e a capo chino è entrato per raccontare la genesi del libro e la sua storia. Da quando aveva 29 anni gli è stata diagnosticata una forma aggressiva di Parkinson che lo ha costretto a lasciare il lavoro, sebbene abbia provato a lasciare le scene il più tardi possibile. Intervistato dal The Times, l'attore americano non nasconde di essere stanco, ormai a 64 anni convive con la malattia da oltre trent'anni: "

Non c’è una linea temporale, non c’è una serie di stadi da attraversare, non come accade, per esempio, con il cancro alla prostata. È molto più misteriosa ed enigmatica. Non ci sono molte persone che convivono con il Parkinson da 35 anni. Mi piacerebbe semplicemente non svegliarmi un giorno. Sarebbe davvero bello. Non voglio che sia drammatico. Non voglio inciampare nei mobili e sbattere la testa”.

Nell'intervista rilasciata alla testata, Michael J.Fox racconta di come poco dopo la diagnosi un medico gli disse che continuare a recitare lo avrebbe aiutato con la malattia: "È stato utile, fino a un certo punto. Ed è lì che comincio a rompere le cose. È incredibile quante cose ho rotto. In tre anni mi sono rotto il gomito, la mano, ho avuto un’infezione e ho quasi perso un dito". 

Ad oggi non riesce più a suonare la chitarra strumento che amava, ma ha imparato a gestire la sua vita diversamente, accontentandosi di quello che può fare con i mezzi che ha a disposizione. Rivela, poi, di aver capito che partecipare ultimamente ad una convention di Ritorno al Futuro era una scelta fatta per sé, perché ha capito che le persone non rifuggono la sua presenza, anzi, lo sostengono: "Volevo esprimere la mia gratitudine. La malattia fa schifo, ma la gente non prova pena per me. Mi vede come una forza positiva".

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