video suggerito
video suggerito

Vittorio Feltri: “Lo scoop più importante fu su Enzo Tortora. Per il posto di Montanelli mi offrirono mezzo miliardo”

Vittorio Feltri si racconta in un’intervista nella quale ripercorre alcuni dei momenti più importanti della sua carriera e anche della sua vita, come il passaggio a direttore del Giornale: “Mi offrirono mezzo miliardo”.
A cura di Ilaria Costabile
141 CONDIVISIONI
Immagine

Vittorio Feltri è uno dei giornalisti più divisivi della sua generazione e continua ad esserlo, sia per la sua penna che per quanto dice in televisione nei programmi in cui spesso è invitato. In un'intervista al Corriere della Sera, in cui parla del suo ultimo saggio che ha svettato già le classifiche, il giornalista ripercorre la sua carriera ricordando alcuni aneddoti e persone incontrate sul suo cammino.

Il giornalismo è arrivato nella vita di Vittorio Feltri dopo diversi lavori, dal commesso al pianista nelle balere, passando per il vetrinista "un mestiere utilissimo a disegnare le prime pagine dei giornali che ho diretto". Il primo giornalista che dice di aver ammirato nella sua carriera è stato Indro Montanelli che su La Domenica del Corriere aveva una sua rubrica, quella delle lettere, che ora hanno dato anche a lui sul Giornale: "Mi sono emozionato molto, ma non gliel'ho detto". Eppure di Montanelli prese il posto, proprio al Giornale, ma non accettò subito: "Prima che succedesse, voleva che andassi a fargli da vicedirettore. Ma io ero già direttore dell’Indipendente e non avevo nessuna voglia di andare lì a fare il numero 2. Poi a un certo punto ha litigato con Berlusconi, al Giornale non sapevano chi prendere al posto suo e chiamarono me". Per prendere sedere sulla poltrona da direttore chiese allora mezzo miliardo di lire e dopo una lunga trattativa accettarono: "Dopo poco più di un anno di direzione avevo portato le copie da 110 mila a 250 mila. E lui, per premiarmi, mi fece dare il 7 per cento dell’azienda, compreso il palazzo di via Negri nel quale stavamo. Quella è stata la mia fortuna". 

Se dovesse ricordare una delle notizie di cui va più fiero non ha dubbi: "La vicenda che riguarda Enzo Tortora". Il giornalista fu uno dei primi a dubitare della sua colpevolezza: "Mi ero convinto della sua innocenza leggendo le carte del processo: mi accorsi che chi lo accusava aveva mentito sulla data di consegna della droga; lo avevo scoperto con l’aiuto di un archivista del Corriere. E poi c’erano altre incongruenze che a una lettura attenta sarebbero saltate agli occhi di chiunque". Proprio quello al Corriere lo ricorda come il periodo più bello della sua carriera: "Mi ha consentito di fare quello che volevo, e poi mi ha affidato incarichi importanti che mi hanno permesso di mettermi in luce". Tra gli incontri che ricorda, quello con Enzo Biagi: "Gli scrivevo i testi per la televisione. Era di una scaltrezza non immaginabile, riusciva a convincere chiunque a farsi intervistare da lui" e ancora Oriana Fallaci: "La più grande di tutti. Faceva stampare il suo elaborato, lo correggeva fino all’ultimo, era maniacale". 

141 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views