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Enrico Papi è il Big Show: “Lavoro solo se faccio ascolti, non sono un protetto della Tv”

Il conduttore racconta a Fanpage.it i temi della seconda puntata: “Vogliamo regalare alle persone comuni, la serata più bella della loro vita”. Sulle critiche: “Vengo dalla periferia, mi sono guadagnato tutto e non devo niente a nessuno. Pensare che c’è qualcuno che scrive su di me, sia pure una critica, mi fa sentire bene”.
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Questa sera torna Big Show, il nuovo programma di Canale 5 condotto da Enrico Papi dove le persone comuni diventano stelle per una notte a loro insaputa. Dopo gli ascolti un po' tiepidi dell'esordio, il conduttore anticipa a Fanpage.it i temi della seconda puntata e racconta le sue impressioni: "La mia idea di tv è sempre stata questa, giocare e intrattenere con le persone comuni. La gente non ha capito dopo la prima puntata di cosa si trattava, vediamo adesso se riesce a entrare nel meccanismo". A settembre ritorna con Scherzi a parte, ma condurrebbe volentieri anche il Grande Fratello: "Mediaset lo sa, mi piacerebbe condurre un format già conosciuto da tutti". E sulle critiche: "Vengo dalla periferia e nessuno mi ha mai regalato nulla, pensare che c'è chi scrive su di me, anche se male, mi fa stare bene".

Enrico, stasera c’è la seconda puntata di Big Show. Parliamone. 

Abbiamo storie bellissime, su cui però non voglio anticipare molto. Dico solo che coinvolgeremo persone che hanno avuto stravolgimenti e problemi durante il loro percorso e noi vogliamo regalare la serata più bella della loro vita.

Ti stai divertendo? 

A me è sempre piaciuto fare un programma in cui la gente normale diventa protagonista. La mia stessa idea di tv è sempre stata questa, giocare e intrattenere con le persone comuni.

Fare a meno dei vip non è una cosa semplice. 

Così si fa un vero people-show. Oggi però la televisione è piena di celebrity talent, anche un one man show lo devi riempire di ospiti famosi. Io, in questo senso, mi sento un po’ un brutto anatroccolo. Il mio Big Show ha degli ospiti, come si è visto, ma sono al servizio delle persone comuni, che diventano le stelle del programma.

Gli ascolti tv della prima puntata sono stati un po’ tiepidi, ma comunque di gran lunga migliori della precedente gestione.

Il precedente show era completamente diverso, poi magari sono passati troppi anni per fare un confronto (prima e seconda edizione nel 2017 e 2018 con Andrea Pucci, ndr). Nella prima puntata, Rai1 è stata più forte di noi. Come nelle partite di calcio, si vince e si perde. Ora vediamo nella seconda puntata che succede. Se andando avanti continuiamo a prendere sveglie da Rai1, allora vuol dire che non è la proposta giusta per il pubblico.

Però, lo show funziona. C’è tutta la grammatica televisiva degli anni ’90, che è poi un tuo marchio di fabbrica.

Un vero e proprio varietà, come l’ho chiamato io, 3.0. Se riusciamo a crescere con la seconda serata sarebbe un grande traguardo, poi bisogna vedere di tenere botta anche con il programma di Carlo Conti, che ha schierato grandi talent e una grande giuria. La gente non ha capito dopo la prima puntata di cosa si trattava, vediamo adesso se riesce a entrare nel meccanismo.

Che bello il momento con tuo padre nella prima puntata

Mia mamma non c’è più e lui veniva sempre con lei a vedere i miei programmi. Lui, in prima fila, doveva essere con lei. In quel momento, si è sentito da solo e dopo me l’ha detto. Avrei potuto fermarmi e parlare con lui, ma non mi piace fare questa televisione. Son passato da lì e volevo solo dirgli il mio grazie, sono felice che questa cosa si sia capita.

Enrico Papi saluta suo padre nella prima puntata di Big Show
Enrico Papi saluta suo padre nella prima puntata di Big Show

Tutti i programmi che hai fatto, sono sempre stati a misura tua. Faresti qualcosa a misura d’altri? Per esempio, il Grande Fratello?

Sì, assolutamente, lo farei. L’ho sempre detto a Mediaset, sono contento di cucirmi addosso ogni tipo di formato ma mi piacerebbe condurre un format già conosciuto da tutti. Non è mai successo fino ad oggi, da Sarabanda a Pupa e il Secchione, fino a Guess my age su Tv8, ho sempre dato il via a una cosa, ma non ne ho mai presa una in corsa. A eccezione di Scherzi a parte, ovviamente.

Ecco, a proposito, quando torni con Scherzi a parte?

Torniamo a settembre. È il programma che a me piace di più condurre ed è anche il principale motivo per cui io sono tornato a Mediaset. Avevo, appunto, il desiderio di prendere un brand e dargli nuovo smalto.

Come e con chi lavori ai tuoi programmi?

In questa occasione ho messo in piedi un dream team. Andrea Boin, che ha sempre fatto programmi grandi e mi dava garanzia, Fabrizio Montagner, autore storico di Scherzi a parte che si occupa delle candid all’interno del programma. Poi ci sono Paolo Cananzi ed Enrico Nocera, sono altri due autori storici. Poi c’è un grande appassionato ed esperto di storie come Chicco Sfondrini. In più, ho coinvolto Luca Tommassini per la spettacolarizzazione e poi con Valerio Chiaravalle, con cui lavoro da Sarabanda, ho fatto tutte le parti musicali. Mi piace il lavoro collettivo, non potrebbe essere altrimenti.

Su Twitter, sono stati un po’ duri sul programma. Se vuoi toglierti qualche sassolino, questo è il momento.  

Non sono un protetto, non sono un garantito, non sono un impiegato della tv. Se faccio ascolti, vado avanti, altrimenti mi fermo. Questa è una cosa importante che la gente non sa, magari è giusto pure che non lo sappia, ma non sono di quelli che presidia la tv. E, allora, ti dico che faccio questo lavoro e mi ritengo già fortunato e mi sento sempre onorato quando qualcuno scrive di me, male o bene che sia. Vengo dalla periferia, mi sono guadagnato tutto e non devo niente a nessuno. Pensare che c’è qualcuno che scrive su di me, sia pure una critica, mi fa sentire bene.

Cosa fai quando non sei in tv?

Mi dedico molto alla famiglia e agli amici, quelli veri. Frequento gente normalissima, non faccio vita mondana e questo mi aiuta a darmi la carica. Stacco dal mondo dello spettacolo, completamente. È un mondo che mi vive come un ufo e a me piace così.

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