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Don’t Look Up, la storia vera del film e perché è importante che ci sia Leonardo DiCaprio

Con “Don’t Look Up”, il film Netflix con Leonardo DiCaprio, si scherza su una serie di situazioni che sono diventate maledettamente serie.
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"Don't Look Up" ha sorpreso gli abbonati Netflix, arrivando in cima alla Top 10 in questa tre giorni di feste natalizie. La commedia di Adam McKay – che già ci aveva profondamente scosso e divertito con "La grande scommessa" – pone a tutti quelli che hanno visto il film, una domanda che è fondamentale: si può scherzare su un argomento che è diventato così maledettamente serio fino a questo punto? È tremendamente difficile, in effetti, ridere nel vedere – per esempio – una schiera di negazionisti che si rifiuta di credere al disastro imminente, considerato che tutti i giorni abbiamo a che fare con elementi di tal guisa. Ma, in fondo, la satira ha sempre avuto la finalità di esporre l'assurdo nella nostra società.

Ecco, allora, che una cometa che arriva per spazzarci tutti può essere nell'ordine vista come metafora per ogni grande assurdità che abbiamo vissuto nell'ultimo anno e mezzo. Il riscaldamento globale? Certo, ma anche la pandemia da coronavirus, con i presidenti di Stati importanti come Brasile e Stati Uniti e il tentativo di screditare la scienza spingendo la popolazione a non vaccinarsi e fare di una tragedia mondiale, una grossa campagna elettorale. Dulcis in fundo, la rinascita di sentimenti nazionalisti che sconfinano in un fascismo in forma smagliante. La cometa racchiude l'assurdo dei nostri tempi, il suo arrivo – quindi: la fine di tutto – potrebbe addirittura essere un sollievo.

Il ruolo fondamentale di Leonardo DiCaprio

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Fatta questa premessa, quanto è importante che proprio Leonardo DiCaprio ci abbia messo la faccia in questa commedia. Il suo Dott. Randall Mindy, che mette tutti in guardia dall'imminente catastrofe di un asteroide che sta per colpire la terra, è assolutamente fedele a quelle che sono le attività filantropiche a sostegno del pianeta e dell'ambiente dell'attore. Nella vita reale, infatti, non si contano gli interventi dell'attore che hanno contribuito fattivamente a migliorare il pianeta, al punto da diventare quasi un meme vivente: "Leo DiCaprio saves my life". Tanto per cominciare, nel 2016, aveva già raccontato i disastri del cambiamento climatico producendo e narrando in prima persona il documentario "Before the flood".

Dall'Amazzonia in fiamme fino alle orche salvate dai lager della Russia, l'attività umanitaria dell'attore è ultra ventennale. Nel 1998 costituisce la Leonardo DiCaprio Foundation con cui sostiene da subito, con una donazione di 100 milioni di dollari, le tigri selvatiche del Nepal, il rinoceronte nero della Tanzania e il leopardo nelle nevi in Asia. Nel 2019, un nuovo progetto: Earth Alliance, una task force che include la sua fondazione per contrastare tutte le minacce ambientali globali.

La storia vera di Don't Look Up: può un asteroide colpire la Terra?

In ultima analisi, quando parliamo di "storia vera di Don't Look Up", chiediamoci se può, un giorno o l'altro, un asteroide colpire la Terra, e se può farlo con così scarso preavviso come si vede nel film. DenOfGeek.com lo ha chiesto alla Dottoressa Amy Mainzer, che ha fatto da consulente scientifica al film di Adam McKay. Prima di rispondere alle domande dei colleghi del quotidiano specializzato statunitense, la Dottoressa ha spiegato che poco prima un asteroide aveva "sfiorato" la Terra a una distanza di 2.4 milioni di miglia. Tutti i giorni, quindi, la scienza monitora e a che fare con situazioni di questo tipo: "In questo caso, è uno (un asteroide, ndr) di cui siamo effettivamente a conoscenza e sappiamo dove si trova, e conosciamo molto bene la sua orbita. Ma per molti degli oggetti che rientrano in quella categoria di dimensioni, semplicemente non sappiamo dove si trovino. Non li abbiamo ancora scoperti. Quindi abbiamo chiaramente il nostro bel da fare per andare a scoprire la maggior parte degli oggetti che sono davvero abbastanza grandi da causare quelli che definirei gravi danni regionali". Chiaro, no?

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