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“La Rai boicotti Eurovision se partecipa Israele”, la proposta di tre membri del Cda

I consiglieri Natale, Di Majo e Di Pietro chiedono alla Rai una riflessione interna dopo l’annuncio di un boicottaggio di altri cinque paesi: “Un segno concreto di vicinanza ad un popolo sottoposto a sterminio”.
A cura di Andrea Parrella
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La Rai parteciperà a Eurovision anche se ci sarà Israele in gara? Per tre consiglieri d'amministrazione il servizio pubblico dovrebbe riflettere su questa possibilità. Dopo la minaccia di ritiro dalla manifestazione in caso di partecipazione di Israele da parte di paesi come Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia, Islanda e Spagna, il tema della presenza sul palco della manifestazione che si terrà nella prossima primavera a Vienna arriva anche in Rai.

La proposta di boicottaggio alla Rai

A proporre un'azione simile da parte della Rai sono i tre consiglieri d'amministrazione Roberto Natale, Alessandro Di Majo e Davide Di Pietro, che attraverso una nota pubblica rendono chiaro il proprio posizionamento, spiegando che il tema della presenza di Israele a Eurovision, al momento confermata dall'organizzazione anche per il prossimo anno, dovrebbe indurre a una riflessione. Queste le parole dei tre consiglieri: "Deve interrogare anche la Rai l'ondata di solidarietà per la Palestina che ieri ha attraversato l'Italia, portando in piazza centinaia di migliaia di persone e trovando il sostegno anche di molti dipendenti del servizio pubblico (come attesta la mancata messa in onda di varie trasmissioni)". La nota prosegue così: "Oltre a fornire l'informazione più completa sul genocidio in atto a Gaza, alla Rai tocca in queste settimane compiere una scelta dall'importante valore simbolico: come tutti gli altri servizi pubblici europei, dovrà dire la sua sulla partecipazione alla prossima edizione dell'Eurovision Song Contest, in programma a Vienna nel maggio 2026″. 

Sottolineando gli annunci delle altre cinque emittenti pubbliche, Natale, Di Majo e Di Pietro chiedono all'Italia "un segno concreto di vicinanza ad un popolo sottoposto a sterminio", aggiungendo che Eurovisione "è da sempre un evento internazionale fondato su valori di pace, inclusione, rispetto e fratellanza tra i popoli. Tuttavia, la partecipazione di Paesi coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani rischia di comprometterne profondamente il senso e la credibilità: ricordiamo che proprio per questo, in anni recenti, l'Ebu ha deciso di escludere prima la Bielorussia e poi (dopo l'invasione dell'Ucraina) la Russia". La nota si chiude specificando che "la presenza italiana, senza alcuna forma di dissenso o segnale simbolico, potrebbe essere interpretata come una legittimazione silenziosa di ciò che sta accadendo. Crediamo invece che l'Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea e storicamente impegnato nella promozione della pace, debba assumere una posizione coerente con i propri valori costituzionali e con il sentimento di tanta parte della propria cittadinanza. Annunciare ora questa scelta è un modo in più per far pressione su Israele, fargli percepire l’isolamento internazionale e indurlo a fermare il massacro: magari in tempo per tornare sul palco di Vienna".

La posizione contraria di San Marino

Alla minaccia di forfait dei cinque paesi europei sopra menzionati, aveva inizialmente risposto San Marino Tv, l'emittente del piccolo Stato, di cui peraltro Rai detiene il 50% della proprietà, che aveva chiarito nelle stesse ore di non prendere in considerazione alcun boicottaggio a Eurovision, confermando la partecipazione anche in caso di Israele in gara.

I tre consiglieri in minoranza nel Cda

C'è da dire che i tre consiglieri Rai in questione sono espressione dell'opposizione (Natale in quota AVS, Di Majo in quota M5S e Di Pietro in rappresentanza dei dipendenti), nonché in minoranza, visto che il Cda Rai è composto da 7 membri. Ciò significa che la posizione espressa dai tre, sebbene motivo di riflessione, è al momento in una chiara posizione di minoranza ed è difficile pensare che Rai, anche in relazione a quanto comunicato da San Marino TV, possa esprimere una posizione differente.

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