Gabriele Muccino durissimo su V4P: “Nessun dialogo con i finanziatori del genocidio”

Gabriele Muccino rompe il silenzio sulle polemiche che stanno scuotendo la Mostra del Cinema di Venezia con un post che suona come un'ammonizione nei confronti di tutti i suoi colleghi che hanno fatto un passo indietro dopo l'appello di Venice4Palestine. Muccino chiarisce che circa l'esclusione di Gal Gadot e Gerard Butler non sapeva nulla, ma appreso di questo e visto i distinguo dei colleghi prende posizione.
Lo sfogo di Gabriele Muccino
Il regista romano racconta come la prima lettera di Venice4Palestine si limitasse a esprimere solidarietà al popolo palestinese, senza chiedere esclusioni. Poi è arrivata la seconda versione, quella che ha fatto esplodere il caso: "All'insaputa di molti firmatari, me compreso, apparve la richiesta di disinvitare dalla Mostra i nomi dei due attori". Muccino poi nomina Gerard Butler e Gal Gadot e non risparmia dettagli. Su Butler: "Ci ho lavorato e lo e conosco bene, ha partecipato a raccolte di 60 milioni di dollari per sostenere l'esercito israeliano". Per la seconda, il quadro si fa ancora più netto: "Israeliana, ex istruttrice dell'IDF ha pubblicamente e più volte espresso sostegno all'IDF e alle politiche del governo israeliano con appelli social ai suoi 109 milioni di followers". Ecco perché spiega: "Vorrei capire quale incontro, confronto, auspichino di avere alcuni miei colleghi con persone come le suddette mentre c'è un genocidio in atto".
"Da che parte della storia vogliamo stare?"
Il regista chiude il suo intervento con una domanda che suona come una sfida: "Da che parte della Storia vogliamo stare?". Una domanda che non ammette vie di mezzo, come quelle invece dimostrate da tantissimi che sono intervenuti a riguardo: da Toni Servillo a Paolo Sorrentino ("Riconosco il genocidio, ma non i boicottaggi"), da Giacomo Giorgio a Carlo Verdone. "Mi vergogno anche per il ritardo con cui stiamo aprendo gli occhi in Italia", conclude, "bastava aprirli due anni fa per capire tutto".