Festival di Venezia, Paolo Sorrentino: “Riconosco il genocidio, ma non i boicottaggi. Il cinema deve accogliere tutti”

Paolo Sorrentino, il regista premio Oscar che inaugura la 82ª Mostra del Cinema di Venezia con il suo film in concorso, "La Grazia", prende posizione sul caso Venice4Palestine – che ha portato al forfait di Gal Gadot e Gerard Butler – con una dichiarazione che traccia una linea netta tra riconoscimento dei fatti e censura artistica. Intervistato da Sky Cinema alla vigilia dell'apertura del festival, Paolo Sorrentino non si nasconde dietro diplomatici giri di parole. Alla domanda diretta sul conflitto a Gaza, la risposta è cristallina: "Se mi si invita a riconoscere che è in corso un genocidio, la risposta è assolutamente sì".
La presa di posizione di Paolo Sorrentino
Una presa di posizione forte, quella del regista de "La grande bellezza" e di "Parthenope", sostenuta da quello che il regista considera un dato di fatto incontrovertibile: "Questo è uno dei casi dove i fatti sono evidenti, le testimonianze sono evidenti, da parte di istituzioni affidabili". Ma Sorrentino traccia un solco profondo tra riconoscimento della realtà e conseguenze pratiche nel mondo dell'arte. "Se si scivola nell'emotività di chiedere di censurare, o boicottare, faccio un passo indietro, sono meno propenso", dichiara, prendendo di fatto le distanze dall'approccio di Venice4Palestine. Il ragionamento del regista si basa su un principio che considera fondamentale: "Soprattutto in un luogo come questo, per sua vocazione naturale, il cinema è fatto di tante voci".
Il cinema come spazio di confronto totale
La visione di Sorrentino del cinema è quella di un territorio neutro, un luogo che "deve accogliere chiunque". Un'affermazione che assume particolare peso nel contesto delle polemiche su Gal Gadot e Gerard Butler: "Anche quelli che assumono le posizioni più scomode e ai nostri occhi irritanti". Una filosofia che riecheggia quella espressa dal direttore Alberto Barbera, ma con una sfumatura diversa: se Barbera si era concentrato sull'inefficacia dei divieti per risolvere i conflitti, Sorrentino si spinge oltre.