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Eurovision 2026, San Marino in direzione contraria: “Non boicotteremo se partecipa Israele”

Mentre diversi paesi minacciano il boicottaggio di Eurovision 2026 in relazione a una possibile partecipazione di Israele, San Marino Tv va in direzione contraria e annuncia che non diserterà la manifestazione.
A cura di Andrea Parrella
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Mentre diversi paesi minacciano di sfilarsi da Eurovision se Israele prenderà parte all'evento, San Marino fa esattamente il contrario. A poche ore di distanza dagli annunci di Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia e Islanda, San Marino Tv ha fatto sapere attraverso un post pubblicato sui social, che parteciperà anche nel caso in cui Israele dovesse prendere parte alla prossima edizione.

L'annuncio di San Marino Tv

Una scelta in controtendenza, sintomo ulteriore di un pesante clima di spaccatura e presagio di altre prese di posizione che arriveranno, verosimilmente, nelle prossime ore.

Un tema, quello dell'opportunità di far partecipare Israele alla manifestazione canora, che aveva già tenuto banco nell'ultima edizione, quella che si è svolta in Svizzera, preceduta da polemiche proprio in relazione alla disparità di trattamento tra Israele e Russia, che in relazione all'invasione ucraina era stata esclusa da EBU.

Le spiegazioni di EBU: la differenza tra Israele e Russia

A tal proposito l'organizzazione aveva spiegato, mesi fa, le ragioni di questo diverso trattamento: "EBU è un'organizzazione apolitica e una competizione tra servizi pubblici televisivi che sono membri dell'organizzazione. Non si tratta di una gara tra governi", ha detto il direttore generale Noel Curran in un comunicato, specificando che "Kan, il servizio pubblico israeliano, rispetta tutti i criteri necessari per prendere parte alla manifestazione".

Di fronte alla rivolta di Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia e Islanda, EBU sta già correndo ai ripari con la decisione di nominare "un ex dirigente televisivo" incaricato di "condurre un dialogo strutturato e approfondito con le emittenti associate nelle prossime settimane". Stando a quanto emerso nelle scorse ore, il consulente "parlerà con i direttori generali e gli altri stakeholders, per raccogliere informazioni su come gestiamo la partecipazione e le tensioni geopolitiche e su come altre organizzazioni hanno affrontato sfide simili".

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