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L'omicidio Meredith Kercher

Sentenza Meredith, Sollecito: “Io, vittima. Nel processo si è parlato solo di Amanda”

Raffaele Sollecito parla dalla sua casa di Bisceglie dopo la sentenza di condanna a 25 anni di reclusione per l’omicidio di Meredith Kercher. Dice di non essere mai stato ascoltato, che di lui si è detto solo che era il fidanzato di Amanda Knox.
A cura di Susanna Picone
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“In questo momento sto parlando ai media il più possibile per denunciare la tragedia e la grande ingiustizia che sta travolgendo la mia vita. E ho fatto questa scelta per cercare di fare una breccia lì dove sembra si debba per forza colpevolizzarmi in ogni caso al di là di tutto e di tutti”: è parte di ciò che Raffaele Sollecito, condannato a 25 anni di reclusione per l’omicidio di Meredith Kercher, ha raccontato all’Ansa che l’ha raggiunto telefonicamente nella sua casa di Bisceglie. Ha parlato ancora di un’ingiustizia Sollecito, facendo riferimento alla sua condanna per il delitto di Perugia. Ha detto di non essere stato mai ascoltato nel corso del processo bis, che ha definito un processo “amandocentrico”. Perché di lui non si è mai detto nulla – ha spiegato – “solo che ero il fidanzato di Amanda Knox”. La ragazza americana, lo ricordiamo, è stata condannata a 28 anni e mezzo dalla Corte di Firenze. “Non so quanto l'aspetto mediatico possa aver condizionato il giudizio, ma sicuramente – ha aggiunto il giovane – ha avuto un grande ruolo in quanto abbiamo sentito dalle stesse parole del giudice Nencini, del presidente, che i giurati facevano molte domande su quello che vedevano in televisione”.

“Ora vivo alla giornata” – Del giudice finito nella bufera per le sue dichiarazioni dopo la sentenza, Sollecito ha detto che le sue parole non sono vere, che lui è stato sempre disponibile a farsi ascoltare. Raffaele Sollecito ha spiegato di essere stato arrestato per “un coltellino che portavo in tasca come vezzo”: “Hanno ipotizzato fosse l’arma del delitto ma di fatto, sia per la forma, sia per il fatto che mai ho pensato di offendere nessuno con quell'attrezzo, non hanno mai trovato nulla di possibilmente compatibile a qualsiasi ipotesi accusatoria su quel coltellino”. Ricordando la sera della sentenza Meredith, Sollecito ha ribadito ancora una volta che non aveva alcuna intenzione di scappare. Ero in Austria quando ha saputo della condanna, “se avessi voluto fuggire lo avrei fatto molto prima”. Ha raccontato di aver avuto una reazione di sconforto e di disperazione, ma di aver deciso di tornare subito in Italia. Per quanto riguarda il futuro Sollecito ha detto non ha progetti: “Vivo molto alla giornata, deciso ogni giorno quello che c’è da fare”.

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