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Sciopero delle banche il 31 ottobre: Sindacati in lotta contro l’Abi

La protesta a fronte della disdetta da parte di Abi (Associazione bancaria italiana) del contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti del settore. Si tratta del primo sciopero dopo quasi tredici anni.
A cura di Biagio Chiariello
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"Un atto di prepotenza e di estrema arroganza", così i sindacati del settore bancario avevano definito la rottura anticipata del contratto da parte dell’Abi. Ora sono pronti a protestare. Manifestazioni in tutta Italia, sit-in a Roma, Milano e Torino, un presidio fisso a Ravenna, sede dell'Istituto del presidente dell'Associazione Bancaria Italiana. Le sigle sindacali di settore, Dircredito, Fabi, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Sinfub, Ugl, Uilca, si preparano così allo sciopero nazionale di giovedì 31 ottobre, il primo in tredici anni. I sindacati parlano di "aspettative fortissime per quanto riguarda l'adesione, che sarà la più alta dell'ultimo decennio" e annunciano nuove forme di mobilitazione se l'Abi "non tornerà al tavolo e non rivedrà la sua posizione".

"I motivi dello sciopero – continua la nota congiunta dei sindacati – sono: contro la disdetta unilaterale ed anticipata dei contratti nazionali, per il mantenimento del fondo di solidarietà, contro le minacce di ulteriori tagli all’occupazione e alle retribuzioni In difesa del modello contrattuale fondato sul CCNL e sulla contrattazione aziendale, in risposta al disprezzo verso le lavoratrici ed i lavoratori mostrato dai banchieri, per un modello di Banca che contribuisca al rilancio economico e produttivo del Paese, per porre fine agli sprechi e agli stipendi faraonici dei top manager nelle banche".

"Con bieca arroganza, nell’attuale difficilissima fase di crisi economica – comunicano in una nota congiunta i sindacati – le banche tentano di cancellare con un colpo di spugna le regole e le tutele del lavoro in banca, solidamente costruite in anni di positiva concertazione tra le parti, propizia per i lavoratori, le lavoratrici, per lo sviluppo degli Istituti di Credito e per la clientela". Secondo il sindacato, "l’Abi cavalca l’onda della crisi per demolire l’intero impianto contrattuale allo scopo di operare tagli decisi del costo del lavoro minacciando anche significative riduzioni di personale". E gli effetti si potrebbero tradurre in "trentamila bancari in esubero denunciati da Abi con ciniche e offensive motivazioni di scarsa produttività. Sarebbe più onesto per una classe dirigente che governa il credito in Italia, pretendere dalle tasche dei manager il recupero delle perdite sui crediti allegramente concessi, piuttosto che da quelle dei lavoratori".

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