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Scalfaro, addio ad un protagonista della vita politica italiana

Politico di lungo corso, l’ex Presidente della Repubblica oltre a numerosi incarichi governativi, ha ricoperto tutte le tre principali Cariche dello Stato, attraversando tutta la storia della nostra democrazia.
A cura di Antonio Palma
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Politico di lungo corso, l'ex Presidente della Repubblica oltre a numerosi incarichi governativi, ha ricoperto tutte le tre principali Cariche dello Stato, attraversando tutta la storia della nostra democrazia.

Con la scomparsa di Scalfaro diciamo addio ad uno dei protagonisti della vita politica democratica dell'Italia Repubblicana, come ci ha ricordato Napolitano, di un uomo che ha attraversato tutta la storia della nostra democrazia, dall'Assemblea costituente del 1946 quando fu eletto da indipendente nelle fila della Democrazia Cristiana fino ai giorni nostri, passando per tangentopoli, la seconda repubblica e la salita al potere di Berlusconi. Una carriera costellata di incarichi di prestigio e di potere condotti sempre con piglio decisorio. Quella risolutezza mostrata dando l'addio a ruolo di magistrato, incarico ricoperto nell'immediato dopoguerra anche in numerosi processi a carico di collaborazionisti, e mostrata sempre nel corso dei vari incarichi politici, istituzionali e governativi.

Scalfaro in un intervento del 1950 ad una Conferenza dell'Acli

Da sempre membro delle associazioni cattoliche prima che di quelle politiche da giovane era considerato molto vicino alle idee della curia romana, anche Presidente dell'Azione Cattolica di Novara, sua città natale, da politico era molto vicino all'area della cosiddetta destra della Democrazia Cristiana essendo anche uno dei fautori del referendum sull'aborto. Da subito ai vertici del suo partito come membro della Direzione centrale e stato anche a capo del gruppo parlamentare della Dc. Negli anni '50 Scalfaro è stato più volte sottosegretario nei vari governi che si sono succeduti in Italia opponendosi ad un allargamento a sinistra da parte della Dc. Il suo primo incarico da Ministro, però, gli fu concesso solo nel 1966 alla guida del Ministero dei Trasporti e dell'Aviazione Civile proprio in un Governo insieme ai socialisti e ai socialdemocratici presieduto dall'onorevole Aldo Moro. Il secondo incarico da Ministro arriva nel 1979 alla guida del dicastero dell'Istruzione Pubblica nel Governo dell'amico Giulio Andreotti.

Scalfaro insieme ad Andreotti ai tempi della Dc negli anni '80

Dopo essere stato anche vicepresidente a Montecitorio, nel 1983 Osca Luigi Scalfaro fu chiamato a ricoprire il suo più importante incarico fino ad allora, quello di Ministro dell'Interno nel Governo guidato da Craxi, ruolo che ricoprì poi per quattro anni non senza contrasti con il Premier socialista. Infatti, alla caduta del Governo Scalfaro fu incaricato dall'allora Presidente della Repubblica, Cossiga, di formare un nuovo Governo che però non fu mai costituito per le opposizioni dei gruppi parlamentari.

Risale al 1992 invece il suo incarico istituzionale di Presidente della Camera dei deputati, ruolo nel quale Scalfaro durò poco, circa un mese, perché a seguito delle dimissioni di Cossiga fu eletto Presidente della Repubblica il 25 maggio del 1992. Un'elezione lunga e non prevista, caratterizzata da un umore pesante nel Paese dettato dalla strage mafiosa di Capaci al giudice Falcone. Dopo sedici scrutini il Parlamento diede il via libera all'allora Presidente della Camera, Scalfaro, considerato un uomo delle istituzioni.

Scalfaro al giuramento del primo Governo Berlusconi

Una Presidenza, quella di Oscar Luigi Scalfaro, molto faticosa perché caratterizzata da "periodi tra i più difficili della nostra storia" come ha detto Napolitano, iniziata con le stragi mafiose e proseguita con lo scandalo di Tangentopoli che portò alla cosiddetta Seconda Repubblica. Una Presidenza fatta di prese di posizione anche dure come quella ormai famosa del messaggio televisivo del "Non ci sto" quando nel novembre del '93, a reti unificate e interrompendo una partita di calcio, Scalfaro si presentò alla Nazione per difendersi dalle accuse di avere gestito fondi neri e accusando la classe politica di "gioco al massacro" e di rappresaglia nei suoi confronti dopo lo scandalo Tangentopoli. Non sempre positivi neanche i rapporti con la nuova classe politica salita al potere, in primis con Berlusconi con cui ebbe diversi momenti di contrasto soprattutto dopo la caduta del primo Governo guidato dal Cavaliere.

Oscar Luigi Scalfaro durante una manifestazione del Pd

Terminato il settennato, nel 1999 diviene di diritto Senatore a vita e si iscrive al Gruppo Misto di Palazzo Madama. Oltre a dedicarsi a numerose iniziative in campo sociale e politico nel 2006 ricopre nuovamente un incarico istituzionale come Presidente provvisorio del Senato in quanto più anziano dell'Assemblea riuscendo così a ricoprire tutte le tre più alte cariche dello Stato. Le su idee politiche si spostano sempre di più verso il centrosinistra e dopo aver votato la fiducia a Prodi nel 2006, l'anno successivo aderisce ufficialmente al Partito Democratico.

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