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Covid 19

Vaccinare migranti e senza tetto anche senza tessera sanitaria: è un diritto, per la salute di tutti

Migranti extracomunitari, irregolari, persone senza fissa dimora. Gente che vive in mezzo a noi, lavora, usa i mezzi pubblici. E potrebbe contrarre il coronavirus. Non avendo la tessera sanitaria regionale, non riescono ad accedere alla campagna vaccinale del Lazio: un problema sia per la loro salute, sia per la sicurezza collettiva.
A cura di Natascia Grbic
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La campagna vaccinale nel Lazio sta procedendo spedita, a oggi sono state superate le 4,5 milioni di somministrazioni. C'è però una grossa fetta di popolazione che non ha possibilità di accedere al vaccino e mettere se stessa (e gli altri) in sicurezza. Ci riferiamo ai migranti extracomunitari, irregolari, e le persone senza fissa dimora che non hanno la tessera sanitaria regionale, requisito essenziale per poter prenotare la propria dose. Un limite per loro invalicabile e che non gli permette di essere protetti in questa fase di contrasto alla pandemia che ha causato migliaia di morti in tutta Italia, oltre 8mila solo nel Lazio. Un problema che non è stato ancora affrontato e che potrebbe non solo compromettere la salute di queste persone (rappresentando quindi già di per sé un problema grave), ma pregiudicare l'effettiva riuscita della campagna vaccinale. Stiamo parlando infatti di interi gruppi, che hanno contatti con altre persone, che prendono i mezzi pubblici e spesso lavorano in mezzo alla gente. Basti pensare a chi presta servizio troppo spesso in nero nel settore della ristorazione, oppure è impiegato come colf e badante per anziani.

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Il diritto alle cure garantito dalla Costituzione

Per la Costituzione tutte le persone che si trovano sul territorio nazionale hanno diritto alle cure. E permettere anche a chi non ha la tessera sanitaria o i documenti in regola di vaccinarsi, non è un tema più rimandabile. Per la loro sicurezza, ma anche per quella di tutte le persone con cui entrano in contatto. Senza contare che dovrebbe essere un diritto costituzionalmente garantito quello di essere protetti e curati come tutti gli altri cittadini. Non solo: parliamo di uomini e donne che spesso hanno patologie preesistenti, problemi di salute gravi che peggiorano con la vita in strada e fragilità che non possono essere ignorate. Il rischio di contrarre il coronavirus, per loro, non è un'opzione, perché non avrebbero gli strumenti per combatterlo. Tanto è stato fatto per far sì che i vaccini siano distribuiti a tutti, adesso è necessario uno sforzo ulteriore affinché anche chi non ha la tessera sanitaria sia protetto contro il coronavirus. Si tratta di esseri umani, e come tali – con o senza tessera sanitaria – hanno bisogno di essere tutelati come gli altri.

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