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Spogliano studentesse con un’app e diffondono video fake: “Le ragazze non vogliono tornare a scuola”

Tre studenti hanno diffuso un video fake dove tre compagne di scuola ballavano senza gli indumenti. Le ragazze sono state prese di mira da insulti e offese.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio (Getty Images)
Immagine di repertorio (Getty Images)

"Mia figlia e le amiche si sono salvate, ma sono comunque distrutte. Non vogliono più uscire di casa per il timore di essere derise e offese per quel video creato da alcuni ragazzini". Gaia (nome di fantasia, ndr) è la madre di una delle ragazze vittime di un video deepfake realizzato da compagni della scuola di Frascati che frequentano. I giovani sono stati denunciati alla polizia e non è escluso che nei prossimi giorni vi sia un incontro tra le famiglie di tutti gli studenti coinvolti. A Il Messaggero ha riportato l'amarezza e lo sdegno di quanto accaduto. Soprattutto per il fatto che le giovani adesso, non vogliono tornare a scuola. Dopo il video sono state prese di mira dagli altri studenti.

Quanto successo nella scuola di Frascati è accaduto già in altri istituti romani. Tre studenti hanno scaricato un video realizzato su TikTok da tre ragazza che frequentano la loro stessa scuola. Tramite un'app ‘le hanno spogliate' e realizzato delle immagini che le mostrano nude. I corpi ovviamente non sono i loro, ma la macchina di fango si è messa in moto immediatamente. Il video è stato inviato a decine di persone, che hanno cominciato a insultare le ragazze, che adesso hanno paura a uscire di casa.

"Ripetevano ‘vi abbiamo riconosciute, sappiamo chi siete' e nel frattempo ridevano loro in faccia. Mia figlia e le amiche si sono vergognate a tal punto che sono scese dal bus e non hanno avuto il coraggio di andare a scuola. E ancora non sono tornate, non se la sentono. Sono devastate. E noi con loro", prosegue Gaia. "Non sarà facile, sono davvero provate. E per fortuna che siamo intervenuti subito facendo rimuovere il video. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se fosse stato pubblicato sui siti porno. In quel caso poteva davvero succedere una tragedia

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