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Scandalo rifiuti, condannati per corruzione e concussione la dirigente regionale Tosini e l’imprenditore Lozza

La procura contestava loro i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta nell’ambito di un’indagine sulla gestione dei rifiuti e in particolare sull’area di Monte Carnevale. Tosini e Lozza erano finiti ai domiciliari nel marzo del 2021.
A cura di Enrico Tata
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Flaminia Tosini, ex dirigente della Direzione Ambiente della Regione Lazio, e l'imprenditore Valter Lozza sono stati condannati a sei anni di carcere. La procura contestava loro i reati di corruzione, concussione e turbativa d'asta nell'ambito di un'indagine sulla gestione dei rifiuti e in particolare sull'area di Monte Carnevale. Tosini e Lozza erano finiti ai domiciliari nel marzo del 2021.

"C'e' amarezza. Difficile commentare senza leggere la sentenza. Il prezzo della corruzione sarebbe di 9mila euro in doni che i due si sarebbero fatti. Aspetteremo i 90 giorni per leggere le motivazioni. A parte che crediamo non ci sia stata corruzione, manterremo la barra dritta e andiamo per la nostra strada anche in appello", ha commentato la sentenza l'avvocato Marco Mazzatosta, legale di Flaminia Tosini.

L'associazione ambientalista Raggio Verde si è detta soddisfatta "per il giusto esito del processo di primo grado per corruzione dell'ingegner Tosini e del signor Lozza nella opaca vicenda della discarica di Monte Carnevale". L'associazione si era costituita nel processo ed è assistita dall'avvocato Vittorina Teofilatto. "Questo esito invita i cittadini a reagire ai soprusi e ad avere fiducia nella giustizia", ha detto l'avvocata.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Lozza avrebbe ottenuto in modo indebito l'autorizzazione per trasformare la discarica di Monte Carnevale in un sito di smaltimento dei rifiuti. Tosini avrebbe autorizzato il nuovo impianto per Rifiuti Solidi Urbani di Roma e avrebbe favorito la scalata dell'imprenditore nelle società Ngr Srl e Mad Srl, che si occupano proprio di smaltimento dei rifiuti.

In pratica per l'accusa Lozza e Tosini avrebbero "manipolato la procedura amministrativa volta all'individuazione della prossima discarica della Capitale, ricorrendo ad indebite scorciatoie". Per ottenere benefici, l'imprenditore avrebbe regalato alla dirigente gioielli, vacanze e benefit.

A dicembre del 2019 l'amministrazione capitolina decise di utilizzare come discarica RSU l'area di Monte Carnevale, che si trova a pochi chilometri dalla vecchia discarica di Malagrotta. La delibera dell'amministrazione Raggi indicava l'area come nuova discarica e quel sito era di proprietà della New Green Roma, controllata da Lozza, che arrivò ai vertici dell'azienda poco prima dell'atto di Roma Capitale. La scelta di Monte Carnevale, tra l'altro, causò molti malcontenti tra i consiglieri e gli esponenti del Movimento 5 Stelle, che in parte si opposero alla decisione dell'allora sindaca Raggi.

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