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Covid 19

Roma, incontro con i sindacati per test salivari per i dipendenti del Campidoglio

L’assessore al personale del Campidoglio, Antonio De Santis, sta proponendo in queste ore ai sindacati, su forte input della sindaca Raggi, di destinare parte dei soldi (circa 8,5 milioni di euro) destinati al welfare integrativo e previsti dal nuovo contratto ai test salivari (oppure ai tamponi rapidi) per i dipendenti di Roma Capitale.
A cura di Enrico Tata
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L'assessore al personale del Campidoglio, Antonio De Santis, sta proponendo in queste ore ai sindacati, su forte input della sindaca Raggi, di destinare parte dei soldi (circa 8,5 milioni di euro) destinati al welfare integrativo e previsti dal nuovo contratto ai test salivari (oppure ai tamponi rapidi) per i dipendenti di Roma Capitale. La scorsa settimana la prima cittadina aveva scritto al Commissario straordinario per l'emergenza sanitaria Domenico Arcuri, al ministro della Salute Roberto Speranza, al viceministro Pierpaolo Sileri e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, chiedendo di poter attivare i test antigenici in tutti i dipartimenti del Campidoglio. Questo con l'obiettivo di ridurre il contagio tra i funzionari e gli impiegati del Campioglio e tra i loro familiari. In secondo luogo l'attivazione di test da svolgere internamente potrebbe contribuire ad alleggerire la pressione sui drive-in della Regione e sulle altre strutture sanitarie che eseguono test rapidi.

I test salivari

A differenza dei tamponi, rapidi e classici, il prelievo del campione biologico per i test salivari avviene attraverso un tamponcino imbevuto di saliva e non attraverso un fastidioso tampone naso-faringeo. Per questo inizialmente i test salivari sono stati destinati agli screening nelle scuole dell'infanzia (proprio per evitare ai bimbi il fastidio di doversi sottoporre al tampone). L'Istituto Spallanzani ha testato due modalità di test salivari: la prima ha mostrato livelli di sensibilità simili a quelli del tampone rapido, ma il test deve essere necessariamente elaborato in laboratorio. La seconda modalità è a lettura visiva, non richiede strumenti di laboratorio e dà risultati in pochi minuti, ma risulta avere, ad oggi, una sensibilità molto inferiore rispetto al tampone molecolare classico.

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