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Rogo di Primavalle: 50 anni fa i fratelli Mattei morivano carbonizzati a 8 e 22 anni

Stefano e Virgilio, i fratelli Mattei morti carbonizzati a 8 e 22 anni, sono le vittime del rogo di Primavalle. Sono trascorsi 50 anni da quella notte del 16 aprile 1973.
A cura di Alessia Rabbai
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Stefano e Virgilio Mattei
Stefano e Virgilio Mattei

Sono trascorsi cinquant'anni dal rogo di Primavalle a Roma, in cui sono morti carbonizzati i fratelli Mattei, Stefano, 8 anni, e Virgilio, 22. I drammatici fatti risalgono alle ore 3.20, nel cuore della notte del 16 aprile del 1973 e si sono verificati nell'abitazione in via Bernardo di Bibbiena, dove la famiglia viveva e in quel momento stava dormendo. Per la strage di Primavalle sono stati condannati Achille Lollo, Marino Clavio e Manlio Grillo a diciotto anni di carcere. Una pena poi prescritta per fuga all'estero. Lollo è morto ad agosto 2021 a Trevignano Romano alle porte di Roma. Clavo e Grillo sono scappati prima del processo e Lollo dopo il I grado. Oggi la sorella Antonella Mattei mantiene viva la loro memoria. "Nessuno deve rivivere la malvagità che abbiamo vissuto noi – ha detto all'Adnkronos – Non abbiamo avuto giustizia e chi ha ucciso i miei fratelli è stato condannato ma non ha mia pagato e non ha mai chiesto scusa".

Il rogo di Primavalle

La notte in cui sono morti carbonizzati Stefano e Virgilio un gruppo di giovani di Potere Operaio ha lasciato una tanica di benzina con un innesco artigianale davanti alla porta di casa Mattei ed è scappato. L'esplosione ha provato un incendio, che in breve tempo ha avvolto la casa dove al suo interno viveva il quarantottenne Mario Mattei, segretario della sezione ‘Giarabub' del Msi, Movimento sociale italiano, sua moglie e i loro sei figli. Mario si è lanciato dal balcone, mentre sua moglie Anna e i due figli più piccoli, Antonella di nove anni e Giampaolo di tre anni, sono riusciti a mettersi in salvo scappando dalla porta, prima che le fiamme bloccassero l'uscita.

Lucia di quindici anni con l'aiuto del padre si è calata dal balcone del secondo piano e si è buttata di sotto; Silvia, diciannove anni, si è lanciata dalla veranda della cucina, battendo la testa e rompendosi costole e vertebre. Le fiamme non hanno invece purtroppo lasciato scampo agli altri due figli dei coniugi Mattei, Stefano di otto anni e Virgilio di ventidue, militante missino dei Volontari Nazionali e sono morti bruciati vivi. I vigili del fuoco entrati poi all'interno dell'appartamento una volta domate le fiamme si sono trovati davanti un'immagine straziante: i due corpi carbonizzati abbracciati.

Il messaggio di Giorgia Meloni

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato al presidente dell'associazione Fratelli Mattei, Giampaolo Mattei un messaggio in occasione della cerimonia di commemorazione del 50° anniversario della strage di Primavalle.

Gentile presidente, caro Giampaolo, il 16 aprile di cinquant’anni fa l’Italia e Roma hanno vissuto una delle pagine più buie della storia nazionale. Con il rogo di Primavalle e il barbaro assassinio di Stefano e Virgilio Mattei, il nostro popolo è stato costretto a prendere coscienza di una realtà che si andava affermando ma che in tanti continuavano a voler ignorare: l’odio cieco e totale nei confronti dell’avversario politico. Un odio allo stato puro che stava divorando la mente e il cuore di molti e che stava avvelenando la Nazione.
L’atroce uccisione di due giovani innocenti di 10 e 22 anni, colpevoli di essere figli del segretario della locale sezione del Movimento Sociale Italiano, fece toccare alla violenza politica un punto di non ritorno. La terribile strage di Primavalle non è rimasta, purtroppo, isolata. Ad essa è seguita una lunga catena di morte e dolore che ha insanguinato le nostre città, ha distrutto intere famiglie e ha segnato per sempre la vita di tanti nostri connazionali, lacerando il nostro tessuto sociale e contribuendo a spalancare le porte all’abisso del terrorismo.
“Erano gli anni dell’odio”, come ha correttamente sottolineato il senatore Verini giovedì scorso nell’Aula del Senato della Repubblica. Sì, erano gli anni nei quali l’avversario politico era un nemico da abbattere, erano gli anni dei cattivi maestri sempre pronti a giustificare anche il più orrendo dei crimini o a costruire false verità per coprire i responsabili, erano gli anni delle fazioni contrapposte e della delegittimazione reciproca.
Il popolo italiano ha saputo superare quegli anni così duri. Non lo ha fatto senza difficoltà. Le cicatrici delle profonde ferite subite ne sono il segno concreto e, spesso, tornano a far male. Non possiamo cancellare la storia o chiedere alle famiglie delle vittime di dimenticare ciò che è successo. Non possiamo restituire la vita ai troppi giovani che l'hanno sacrificata ad un'ingiusta violenza. Quello che possiamo fare oggi è tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l’Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale.
È l’obiettivo che l’Associazione Fratelli Mattei persegue fin dalla sua fondazione e che era nel cuore della signora Anna, donna straordinaria che non ha mai smesso di chiedere giustizia per i suoi figli e che ha impegnato tutta la sua vita con la forza della testimonianza. È l’obiettivo che mi auguro tutte le forze politiche, le Istituzioni, le agenzie educative e la società vogliano porsi per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio di rispetto e tolleranza. Perché nel confronto politico non ci siano più nemici da abbattere o da distruggere, ma soltanto avversari, con i quali confrontarsi civilmente e nel riconoscimento reciproco.

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