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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Omicidio Willy Monteiro, la mamma: “Massacrato senza pietà e io non c’ero, non l’ho salvato”

Parla la signora Lucia, la mamma di Willy Monteiro Duarte: “Me lo hanno portato via in un modo orribile. Gli hanno fatto male, tanto male. Picchiato in maniera selvaggia. Avrà sofferto, chissà quanto. E lui che non poteva fare niente, a terra, indifeso. È vero Willy? Hai sofferto? Massacrato senza pietà, povero figlio mio”.
A cura di Enrico Tata
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Willy Monteiro aveva un sogno: quello di diventare un grande cuoco e di trasferirsi a Roma. "Li – mi diceva – ci sono più possibilità", racconta la mamma Lucia a La Repubblica. "Willy era contento di Paliano, della scuola alberghiera e adesso del lavoro da cuoco che faceva nell'albergo di Artena. Era bravo, ogni volta tornava a casa e mi spiegava una nuova ricetta", ricorda la signora. "Lui aveva tanto da vivere, ma non c'è più. Non ci sarà più. Lui è felice, sono certa che ci sta guardando dall'alto". L'accusa per i ragazzi che l'hanno pestato a morte a Colleferro è stata aggravata in omicidio volontario. Secondo il medico legale che ha effettuato l'autopsia sul corpo del 21enne quei colpi sono stati inferti non solo per far male, ma anche per uccidere. "Me lo hanno portato via in un modo orribile. Gli hanno fatto male, tanto male. Picchiato in maniera selvaggia. Avrà sofferto, chissà quanto. E lui che non poteva fare niente, a terra, indifeso. È vero Willy? Hai sofferto? Massacrato senza pietà, povero figlio mio", racconta la signora Lucia al giornalista Daniele Mastrogiacomo.

La mamma: "Potevo salvarlo, ma non ci sono riuscita"

Il rammarico della mamma è quello di non essere stata presente, di non averlo salvato dai suoi aggressori: "Era anche tanto generoso, pensava sempre agli altri. Potevo salvarlo, ma non ci sono riuscita. Se fossi stata presente, se Dio mi avesse dato qualche segnale, lo avrei difeso da quel pestaggio. Mi sarei fatta uccidere e invece non c'ero, non ho salvato il mio bambino. Lui era un fuscello. Cosa poteva fare contro quel gruppo che lo picchiava con furia, a sangue, fino a ridurlo così? Lo hanno picchiato per picchiarlo più forte che potevano. Non cerchiamo vendetta, vogliamo solo giustizia".  I fratelli Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli sono rinchiusi in carcere, mentre Francesco Belleggia è agli arresti domiciliari. Scontata, almeno per i primi tre, la richiesta di rinvio a giudizio e probabilmente per omicidio volontario. Rischiano l'ergastolo.

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