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Indagine sulla morte di Andrea Purgatori

Morte di Andrea Purgatori, secondo i periti poteva vivere più a lungo: sarebbe bastato un antibiotico

Secondo i periti nominati dalla procura, Andrea Purgatori era affetto da un grave tumore ai polmoni, ma la causa della morte è riconducibile a una un’endocardite, cioè un’infezione al cuore. Una mirata terapia antibiotica avrebbe potuto allungargli la vita e, per questo, i medici sarebbero stati negligenti.
A cura di Enrico Tata
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Secondo gli esperti nominati dalla procura per fare luce sulla morte di Andrea Purgatori, il giornalista non sarebbe stato curato adeguatamente dai sanitari che lo hanno seguito. È vero, era affetto da un gravissimo tumore ai polmoni, ma di fatto è morto a causa di un'endocardite, cioè un'infezione al cuore. Una mirata terapia antibiotica, hanno concluso i periti, avrebbe potuto allungargli la vita.

Secondo quanto scrivano gli esperti Luigi Marsella e Alessandro Mauriello, i medici curanti avrebbero omesso "la prescrizione di accertamenti clinici, laboratoristici e strumentali finalizzati alla diagnosi di endocardite infettiva. Tali omissioni risultano a nostro avviso ascrivibili a imperizia e non rispondenti alle buone pratiche cliniche da noi individuate in letteratura".

Tra il 16 e il 17 giugno Purgatori viene ricoverato a Villa Margherita con febbre alta e autonomia compromessa. Se prima i segnali di una endocardite avrebbero potuto apparire confusi, in quelle ore erano ormai chiari e facili da diagnosticare: "Sulla br dei dati clinici, radiologici e della terapia impostata era opportuno valutare altre ipotesi diagnostiche oltre a quella proposta dalla dottoressa Giallonardo di un’embolia conseguente a una fibrillazione atriale. Sarebbe stato certamente opportuno eseguire un set di emocolture e richiedere una consulenza infettivologica. Gli accertamenti indicati avrebbero potuto intercettare il patogeno responsabile degli eventi febbrili e dell’endocardite infettiva con successiva richiesta di trasferimento in altra struttura".

Queste verifiche vengono effettuate al Policlinico Umberto I, ma è ormai troppo tardi: lì con gli stessi elementi di Villa Margherita "i sanitari sin da subito ipotizzavano un’endocardite batterica e tempestivamente effettuavano gli accertamenti necessari a confermare la diagnosi".

In più la perizia chiesta dal gip ha escluso, come quella di parte, la presenza di metastasi cerebrali, per le quali Purgatori subì una massiccia dose di radioterapia. "Ad Andrea sono state diagnosticate e curate con urgenza metastasi cerebrali che al momento della morte si è scoperto non esistere. E questo ha portato a uno sviamento della corretta diagnosi e terapia", ha spiegato l'avvocato della famiglia Purgatori, Alessandro Gentiloni Siveri. Attualmente quattro medici sono indagati per omicidio colposo nei confronti del giornalista.

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