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Gli attivisti per il clima si incollano al Laocoonte dei Musei Vaticani: “Non ascoltati come lui”

Come il sacerdote troiano, che tentò di avvisare i suoi concittadini del pericolo, anche gli scienziati, è il ragionamento degli attivisti, stanno tentando di metterci in guardia in tutti i modi sulle conseguenze che le nostre azioni avranno sul futuro. Come Laocoonte, anch’essi non vengono ascoltati.
A cura di Enrico Tata
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Due attivisti di Ultima Generazione hanno deciso di incollarsi per protesta sulla  base della statua di Laocoonte che si trova ai Musei Vaticani. Come il sacerdote troiano, che tentò di avvisare i suoi concittadini del pericolo, anche gli scienziati, è il ragionamento degli attivisti, stanno tentando di metterci in guardia in tutti i modi sulle conseguenze che le nostre azioni avranno sul futuro. Come Laocoonte, anch'essi non vengono ascoltati. "La statua ricorda la triste sorte alla quale andò incontro il sacerdote greco nel tentativo di salvare sé stesso, i propri figli e i cittadini tutti. Nel nostro movimento ci sono genitori, ci sono figli, uniti dalla volontà di spingere il mondo della politica a fare le scelte giuste per arginare il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi”, ha spiegato Laura, attivista di Ultima Generazione.

Laocoonte era un sacerdote troiano che invitò i suoi concittadini a lasciare all'esterno delle mura il famoso cavallo inviato dai greci come regalo (in realtà era una trappola di Ulisse, come racconta Virgilio nell'Eneide). "Il segnale d'allarme rimase inascoltato, l’ambasciatore del pericolo e i suoi figli morirono stritolati nel silenzio dell'incoscienza e l’intera città di Troia venne messa a ferro e fuoco, provocando la morte di tante persone ingenue ma innocenti", ha dichiarato ancora Laura.

"In quanto testimoni di una crisi ignorata da decenni, abbiamo scelto di portare l’attenzione sul nostro messaggio accostandoci alla figura di Laocoonte, il veggente che ha subito l’estrema repressione per aver tentato di avvisare i suoi concittadini di una catastrofe imminente. Non ci saranno musei aperti, né arte, né bellezza in un mondo piagato dall’emergenza climatica ed ecologica. La siccità, le alluvioni, gli incendi, l’inquinamento e la scarsità di risorse prenderanno il sopravvento, se non verranno fatte delle scelte radicali in merito”, hanno spiegato gli attivisti.

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