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Dario, 49 anni: “Autista con contratto da 3 ore a 600 euro, ne lavoravo 10 con 300 km al giorno”

Con un contratto da tre ore e mezza al giorno per 600 euro al mese, ne lavorava 10 e percorreva quotidianamente 300 chilometri. È la denuncia di Dario a Fanpage: “Ho 49 anni, non sono solo i giovani ad essere sottopagati”.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Dario, quarantanove anni, ex autista, ha raccontato a Fanpage.it la sua esperienza lavorativa, una delle testimonianze di come non siano solo i giovani ad essere sottopagati. Lunedì scorso infatti abbiamo scritto di Marco, che a ventidue anni ha ricevuto un'offerta di lavoro a 450 euro al mese per lavorare full time in un bar di lusso al centro di Roma. Dario è più grande, ma la sofferenza è la stessa, quella di chi si prepara professionalmente per un lavoro, nel quale investire il suo tempo e le sue energie, che permetta di ricevere in cambio uno stipendio adeguato e se ne vede privato.

"Con un contratto di 3 ore e mezza ne lavoravo 10"

"Sono stato assunto tre anni fa da una società che lavora per enti pubblici e non mi pagava. Per un anno ho dovuto insistere per riprendere i soldi, che ho riottenuto facendo un concordato. La nuova società che è subentrata mi ha poi assunto con un contratto di tre ore e mezzo al giorno come autista, ma di fatto ne lavoravo 10 e quotidianamente guidavo 300 chilometri. Un compito di elevata responsabilità, per il quale mi hanno chiesto la frequenza di vari corsi, da quello della sicurezza sul lavoro, fino alla telemedicina e all'uso del defibrillatore".

"Per il tempo in sosta non mi hanno mai pagato"

Lo stipendio più alto però, spiega Dario, arrivava a 600 euro mensili, quando andava bene, per lavorare 5 giorni su 7: "Lavoravo una media di otto ore al giorno, perché di fatto quello era il tempo che trascorrevo fuori casa. Uscivo alle 4.30 e non finivo prima delle 16, coprendo varie zone di Roma, anche molto distanti da dove abito. Se il tempo effettivo in cui svolgevo la mansione di autista per prendere e riaccompagnare le persone era di tre ore e mezza, la restante parte però non potevo tornarmene a casa, ma dovevo restare in sosta in un punto stabilito, per sorvegliare il mezzo, il quale, se avesse subito un danno, avrei dovuto in parte ripagarlo di tasca mia. Nel mentre il tempo passava e per quelle ore di attesa che ho perso senza poter fare niente non sono mai stato pagato".

"Mi hanno detto è un lavoretto, non puoi pretendere di più"

"Ho discusso con la società, non capivo perché, pur stando così tante ore fuori casa e non potendo fare altro, mi pagavano solo 3 ore e mezza di lavoro. Come risposta mi è stato detto, sminuendomi, che quello che facevo non era un vero e proprio lavoro, ma un lavoretto e che non potevo pretendere di più. Alla scadenza mi hanno telefonato dicendomi che la società non mi avrebbe rinnovato il contratto, gli ho risposto di averli già avvisati che me ne sarei andato, perché per quella cifra non avrei più lavorato. Ora mi rimboccherò le maniche, sperando di non trovare altri ‘prenditori' sul mio cammino. Nonostante la brutta esperienza che ho vissuto, so che esistono imprenditori seri, magari ne incontro".

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