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Covid 19

D’Amato sull’aumento dei contagi: “Troppi casi gravi, servono le mascherine all’aperto”

D’Amato ha espresso preoccupazione per l’aumento dei contagi di Covid-19 nel Lazio e ha parlato dell’ipotesi di strette. Pronta la pillola Covid.
A cura di Alessia Rabbai
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Alessio D'Amato (La Presse)
Alessio D'Amato (La Presse)
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"Ci sono troppi casi di Covid-19, anche gravi, tra chi si è vaccinato sei mesi fa". Sono le parole dell'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, che nelle ore scorse in un'intervista rilasciata a Il Messaggero ha espresso preoccupazione nei confronti dell'aumento dei contagi registrato negli utiltimi giorni più genericamente in Italia e anche nel Lazio. "Ci stanno arrivando dei segnali che non ci piacciono" ha confessato. D'Amato per le prossime mosse guarda al Regno Unito: "Bisogna cambiare strategia contro il Covid e offrire la terza dose prima, a cinque mesi dalla seconda, invece che a sei". E ha ribadito che: "È importante prenotare subito il proprio richiamo, che andrà in automatico dopo 180 giorni dall’ultima dose".

Ipotesi mascherine all'aperto

Sulle misure da introdurre per il contenimento dei contagi da Covid-19 D'Amato spiega che "sarebbe importante ristabilire l'obbligo della mascherina all'aperto per tutti, a prescindere dal colore di una determinata regione e richiedere la quarantena a chi arriva da Paesi, pure della Ue, con un'alta circolazione del virus". Rispetto ai provvedimenti da prendere su chiusure e restrizioni manifesta dei dubbi sulla loro fattibilità in maniera generalizzata: "Meglio il lockdown dei non vaccinati".

Pronta la pillola anti Covid

Mentre la campagna vaccinale va avanti, con la somministrazione delle terze dosi per gli over 40, D'Amato annuncia che la pillola anti Covid è pronta per essere utilizzata negli ospedali romani. Si tratta di un ulteriore strumento per la battaglia contro il virus, che tuttavia non si sostuituisce ai vaccini. La impiegheranno per curare i pazienti per primi in Italia l'Istituto nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, il San Camillo, il Policlinico Gemelli e l'Umberto I, dov'è già in uso la terapia che prevede la somministrazione degli anticorpi monoclonali. È tutto pronto, spiega l'assessore, manca l'ok dell'utilizzo in via emergenziale da parte del Ministero della Salute e l’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco, dei quali si attende il parere per i primi di dicembre.

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